La cantante

La Cantarina fue la primera composición operística que Franz Joseph Haydn (Rohrau 1732 - Viena 1809) compuso para su patrón, el Príncipe Esterházy, siendo deudora directa de la relación del compositor con Metastasio (1698 - 1782), con el que compartió casa, y Nicolo Porpora (1686 - 1768). Se trata de una ópera cómica, en formato de doble intermezzo, muy del gusto vienés de la segunda mitad del XVIII. 

Se representó privadamente en el palacio Esterházy en Eisenstadt, en el verano de 1766, con motivo de la onomástica del primogénito del Príncipe. Unos meses más tarde, el 16 de febrero de 1767, se representó públicamente en el Palacio Arzobispal de Bratislava, dirigiendo la orquesta el propio Príncipe Estrehäzy, siendo apoyado en el clavicémbalo por Haydn

Personajes

GASPARINA 

APOLLONIA

DON PELAGIO 

DON ETTORE

Cantante de Ópera   

  Madre de Gasparina    

Profesor de Música

     Joven Apuesto      

Soprano

Mezzosoprano

Barítono

Tenor

La acción se desarrolla en un lugar y época indeterminados

ATTO PRIMO

(Camerino di maese Pelagio)

APOLLONIA
Che visino delicato
Che ti fai questo belletto!
Benedetto sia colui che l’inventò!

VOCE DI GASPARINA
(En la sala di musica)
Ah! Ah! Ah!

APOLLONIA
Oh, ve’ la differenza che v’è tra
il bianco di Madama Celia e questo
me die la cameriera della Marchesa Impiastro.

VOCE DI GASPARINA
Ah! Ah! Ah!

APOLLONIA
Eccola! Già l’ho detto:
Benedetto...
Decoro de’ teatri, quint’elemento
di noialtre donne!

GASPARINA
(Entra)
Ah! ah! Bussano! Chi sarà?

APOLLONIA
Sarà il Maestro…adesso!
Oh, oh, Don Ettore!

GASPARINA
Vostra madre sta bene?

DON ETTORE
Sì. E vedete, questo è suo. Io l’ho preso.
È’l dono a voi, assieme con quest’Olanda.

GASPARINA
Ma se mai se n’accoge?

DON ETTORE
Ella m’ama.
Io gli’l dico e si sta zitta.

GASPARINA
Madre, vedi! Che bella cosa ricca!
Che tela di signore che m’ha dato Don Ettore

APOLLONIA
Oh! bella cosa!

(Fra sè)

V’alerà tre doppie tutto il regalo!

(A Don Ettore)

Ah, povera ragazza!
Ella non ha persona che un sospiro le dia,
col fatigare noi pensiamo al mangiare.

DON ETTORE
Senti, Gasparina!
Starò a pranzo con te questa mattina.

GASPARINA
Padrone!
Ma bisogna trattenersi un pochetto
finché prenda lezione e il Maestro vada via.

DON ETTORE
Ti servo, anima mia!
Ma, "il Maestro", chi è?

GASPARINA
Oh, egli è un uom fantastico.
Mi sgriderebbe subito.

APOLLONIA
Ti conosce ragazza...

(s’ode la porta)

APOLLONIA
Uh, la porta. Diavolo!

GASPARINA
Come farem? Chi è?

APOLLONIA
Il Maestro!

GASPARINA
Il Maestro!

(Don Ettore entra in camera)

DON PELAGIO
(Entra)
Donne belle! Accostati ed ascolta un po’
quest’aria ch’ho scritta questa notte. Vedi,
è in De. La, sol, re, terza maggiore, con gli
corni che entrano e rinforzano con le sordine.
Oh, quest’uscite a solo d’oboe!
Senti un po’! Recitativo!

DON PELAGIO
"Che mai far deggio?
Sposo…ti vedrò esangue?
E spirerai quell’alma?
E chiuderai quei lumi, quei dolci lumi?
Ite al tiranno! Oh, Dio!
Io, d’altri e non più tua?
Che far deggio?"

"Io sposar l’empio tiranno?
Io mirar lo sposo estinto?
Che farai, misero cor?"

DON PELAGIO
Che dici?

GASPARINA
Viva!

APOLLONIA
Bravo, signor Maestro!

DON PELAGIO
Via!

(A Gasparina)

Canta appresso a me!

DON PELAGIO, GASPARINA
"Che mai far deggio! Sposo!"

DON PELAGIO
"Sposo!" Dolce, dolce...

DON PELAGIO, GASPARINA
"Ti vedrò esangue?"

DON PELAGIO
Tieni...

APOLLONIA
"Esangue" fa così...

DON PELAGIO
´Gnora, fa calze! Non t’impacciar!

DON PELAGIO, GASPARINA
E spirerai quell’alma?

APOLLONIA
Spirare, apri la bocca!

DON PELAGIO
(A Gasparina)
Vedi, che vituperio!

GASPARINA
Soffritela, Maestro. La sapete!

DON PELAGIO, GASPARINA
"E chiuderai quei lumi, quei dolci lumi!"

DON PELAGIO
(Guardandola)
Ah, quei "dolci lumi!"

GASPARINA
"Quei dolci lumi..."

DON PELAGIO
Dolci lumi tuoi...

GASPARINA
"Tuoi" non vi sta.

DON PELAGIO
Parlo di te!

APOLLONIA
Ci vuole "Lumi tuoi" fa più grazia, tu non capisci?
Ecco: "E chiuderai…"

DON PELAGIO
(Sottovoce a Gasparina)
Quella fetente bocca! Fa partire la Gnora!

GASPARINA
Signora madre, un po’ di cioccolate!

(Apollonia esce)

APOLLONIA
Dammi la chiave! "E chiuderai..."

GASPARINA
Viva il signor Maestro!

DON PELAGIO
Hai vinto già il Maestro, figlia cara.
Via, partiamo, ch’è tardi.

GASPARINA
Ve n’andate?

DON PELAGIO
Sì, figlia cara mia.

(Fra sè)

Vedi, ch’occhiate!

GASPARINA
(Guardando in camera)
Il Maestro è partito. Venga! Che scimunito!
S’ha rotto il collo, sì! Non l’hai veduto? Sei orbo?

(Finalmente Apollonia e Don Ettore entrano)

GASPARINA
Presto! È ora già di pranzo.

(Don Pelagio ritorna)

DON PELAGIO
(Fra sè)
Diavolo! Che ascolto?

GASPARINA
Vedi, fatticapace!

DON ETTORE
Io sempre sono stato a far la spia.
Né l’ho veduto...

GASPARINA
Ed via!

DON ETTORE
Mi è toccato a dar luogo al signor Maestro!

DON PELAGIO
(Fra sè)
Or io do luogo a voi.
Ah, così sono le vicende umane!

GASPARINA
Che luogo? Tu sei matto!

DON PELAGIO
(Fra sè)
Ah falsa! Ah finta! Più del Falsetto istesso!

DON ETTORE
E quanto deve ancora?

GASPARINA
Quattro zecchini!

DON ETTORE
Lascialo in mal’ora!

DON PELAGIO
(entra)
No, no! Voglio pagare!
Dica signora, l´ho a dare?

GASPARINA
(Fra sè)
Uh, rovina!

(Don Pelagio apre il suo portafoglio)

DON ETTORE
Lei che va facendo?

DON PELAGIO
(A Don Ettore)
Zitto, viso di capra!

(A Gasparina)

Prendi. Ecco il denaro!

APOLLONIA
(Entra)
Presto in tavola, che siete arrivati!

GASPARINA
(Fra sè)
Ah, ch’è venuto il precipizio mio!

APOLLONIA
(Civetta)
Signor Maestro!

DON PELAGIO
(A Don Ettore)
Signor "Corno!" Addio!

(A le donne)

Scellerata! mancatrice! traditrice!
Vo’ gridar dalli balconi:
"Queste donne, miei padroni,
Sono false ed assassine!" Basta dir:
"Son canterine", imparatelo da me!

APOLLONIA
Non gridate! Che sventura!
Per l’affanno e la paura...

GASPARINA
Per pietade! Ch’accidente!
... io mi reggo appena in piè.

DON ETTORE
Signor mio, lei l’uccida che poch’è.

APOLLONIA
(sarcástica)
Ci buttiamo a’ piedi vostri.

DON PELAGIO
Lungi, lungi, gente ingrata!
Castigata hai da restar!

DON ETTORE
(A Gasparina)
La mia tela, i miei diamanti, zi!
Non servon questi pianti?
Or ti faccio cancelar?

GASPARINA, APOLLONIA
Ch’accidente... Che sventura... Per l’affanno...



ATTO SECONDO


(Casa de Don Pelagio)

GASPARINA
Oh, rovinate noi!

APOLLONIA
Che si farà?

GASPARINA
Per fare e modo tuo,
io mi trovo ridotta in questo stato!

APOLLONIA
Se mi avessi ascoltato,
non corressi rischio...

GASPARINA
Ti fossi rotto il collo quando venisti in casa,
eh, ruffianaccia cenciosa!

APOLLONIA
Si, signora, cosa non farmi parlare...

GASPARINA
Parla! Parla! Che possa tu scoppiare!

(Escono)

DON PELAGIO
(Entra con un notaro)
Signor mio,
l’ufficio suo lei lo faccia con rigor.
Questa casa è roba mia, queste donne vadan via!
Lei si sbrighi, mio signor!

GASPARINA
(Entra)
Che mai vuol dir tal cosa?

DON PELAGIO
Signora virtuoso,
vuol dir che lei si sfratti di questa casa,
ch’è mia con tutto il mobile,
mi soddisfi delle mie mensate,
e poi sen’ vada in pace, lungi da me,
dove le pare e piace!

(A notaro)

Carcerate costei, lei e la sua "madre".

GASPARINA
Oh Dio! Deh ti muova a pietà il pianto mio?

Non v’è chi m’aiuta?
Non v’è chi me sente? No!
Afflitta e dolente, più voce non oh!

(Esce)

DON PELAGIO
Misera! Dove andrà?
Se si fermava un altro pochettino,
m’avrebbe già veduto uscir le lagrime.
Veramente il castigo è troppo rigoroso.
Ma che, merita peggio quell’ ingrata!
La voglio veder morta disperata!

(gli soldati)

Via, facchini, portate in casa codeste robe!

(Gasparina entra)

DON PELAGIO
Dove ne vai?

GASPARINA
Disperata a buttarmi in qualche pozzo.

DON PELAGIO
(Fra sè)
Misera! più non posso!

GASPARINA
Conosco che da voi non merito
ne pure esser guardata.
Confesso il fallo mio.
Però vi chieggo prima umilmente perdon,
poi parto. Addio.

DON PELAGIO
(Fra sè)
Or crepo.

(A GAsparina)

Senti, figlia. Io ti perdono.
Le mesate ti dono, e acciocchè non si dica...

GASPARINA
Lo veggo... ma son confusa.
Ah, un’altra volta lasciatemi baciar la mano.

DON PELAGIO
(Gli soldati)
Facchini, piano. Laciatele ogni cosa!

GASPARINA
Che alma generosa.
Ah, mi voglio buttar a’ piedi vostri e non partirne più.

DON PELAGIO
Piano, che fai?
Facchini, in casa andate
e tutte le mie robe qua portate!

GASPARINA
Ma ohimè, sento mancarmi...

DON PELAGIO
Cos’è?

GASPARINA
La gran paura... la collera... il digiuno.

DON PELAGIO
O stelle! Aiuto! ´Gnora! Don Ettore!
Ah, poverina, come è fredda.
Avessi la caraffina di melissa sopra per farla rivenire...

DON ETTORE
(Entra con Apollonia)
Io sono chiamato qui...

APOLLONIA
Chiamata sono anch’io!

DON PELAGIO
Oibò, non me la trovo!

DON ETTORE
Ma... cosa vedo?

APOLLONIA
Ah, mia figlia svenuta! O povera me!

DON PELAGIO
Prendi qua!

DON ETTORE
Prendi là!

DON PELAGIO
Piano!

DON ETTORE
Adagio!

DON PELAGIO
Oibò, e questa la borsa!

DON ETTORE
Che bon odore è quello de’ diamanti!

DON PELAGIO
Oh buona, ella l’odora,
poveretta sta fuor di sè. Apollonia!

APOLLONIA
(Fra sè)
Fingi bene, mia figlia benedetta!
L’è del mestier!

(Forte)

Ah, poverina figlia!

DON ETTORE
(Fra sè)
Ha un poco di furbetta!

DON PELAGIO
Via, spirto, mia diletta!

DON PELAGIO
Apri pur, mia dea terrestre,
l’amorose tue finestre
ch’all’oscuro mi fai star!

APOLLONIA
Ah, rischiara quelle ciglia
guarda intorno, cara figlia!

(Fra sè)

Non lasciarti mai scappar!

DON ETTORE
(Fra sè)
Non l’intendo, sia rossore?
O più tosto un finto amore...
Basta! Non mi vo’ fidar.

GASPARINA
Ah, mi sento ristorata.
Già mi trovo risanata.
Pian…ohimè! Torn’ a mancar.

DON PELAGIO
Quest è borsa...

GASPARINA
Mi ristora...

DON ETTORE
Quest’è gioia!

GASPARINA
Com’odora, mi consola in verità!

DON ETTORE
(Fra sè)
Quest’anello allegra il core--

(Forte)

Per il prezzo, non per l’odore!

DON PELAGIO
(Fra sè)
La mia borsa allegra il core--

(Forte)

er il suon, non per l’odore!

DON ETTORE, DON PELAGIO
(Fra sè)
Troppo scaltra è questa qua!

APOLLONIA
Guarda intorno, cara figlia.

(Forte)

Non lasciarti mai scappar!

GASPARINA
Mio diletto, caro, caro,
sei bonino, sei bellino!

DON PELAGIO
Mia diletta! La mia borsa sta in camino.
Via, la voglio regalar.

DON ETTORE
Cara! Quest’ anello sta in camino.
Via, la voglio regalar.

GASPARINA
Vo’ provar il mio destino:
Mi preparo a trionfar!

APOLLONIA
Tenta pur il tuo destino:
Ti prepara a trionfar!


PRIMER ACTO

(Estudio en casa del maestro Pelagio)

APOLLONIA
¡Qué figura tan juvenil!
¡Esta nueva crema facial me gusta!
¡Bendito el hombre que la inventó!

VOZ DE GASPARINA
(Desde la sala de música, haciendo escalas)
Ah!... Ah!... Ah!...

APOLLONIA
¡Oh, mira qué diferencia entre los polvos
de Mme. Celia y estos otros que la sirvienta
de la Marquesa me trajo ayer.!

VOZ DE GASPARINA
Ah!... Ah!... Ah!...

APOLLONIA
¡Perfecto, aún me quedan!
Siempre lo digo: ¡Bendito el hombre...
El maquillaje de teatro es el remedio
para las mujeres de mi edad.

GASPARINA
(Entra. Llaman a la puerta)
¡Ah! ¡Ah! ¿Quién llama? ¿Quién crees que sea?

APOLLONIA
Será tu profesor... ¿Ahora luzco bien?
¡Oh, oh!... ¡Don Ettore!

GASPARINA
¿Está bien su madre?

DON ETTORE
Muy bien, gracias... Esto es para usted.
Algunas joyas y unos vestidos que tomé de su cajón.

GASPARINA
Pero, ¿y si ella descubre que faltan?

DON ETTORE
Ella me ama, y si yo le contara,
estoy seguro que comprendería.

GASPARINA
¡Mamá, mira qué vestidos tan lindos
me ha regalado Don Ettore!

APOLLONIA
¡Oh, realmente preciosos!

(Para sí)

¡Ya era hora que le regalara algo!

(A Don Ettore)

¡Pobre hija mía, a nadie le importa
si ella está viva o muerta!
¡Nosotras sólo tenemos lo suficiente para comer!

DON ETTORE
Escuche Gasparina,
¿quiere que comamos hoy untos?

GASPARINA
Me siento muy honrada, pero tendrá que esperar
hasta después de mi lección,
cuando mi profesor se haya ido.

DON ETTORE
¡Soy tu siervo, querida!
Pero, ¿quién ese profesor?

GASPARINA
¡Oh, es un hombre muy maleducado,
no para de gritarme por todo!

APOLLONIA
Él te conoce bien, niña...

(Vuelven a llamar a la puerta)

APOLLONIA
¡Oh, no, otra vez la puerta! ¡Demonios!

GASPARINA
¿Quién será?

APOLLONIA
¡Es el maestro!

GASPARINA
¡Ah, el profesor!

(Apollonia hace entrar a D. Ettore en la cámara)

DON PELAGIO
(Entra y se dirige al clavicémbalo)
¡Buenos días, encantadoras damas!
Gasparina, ¿quieres sentarte a mi lado al teclado
para escuchar un aria que escribí a noche?
En Re mayor, con las cuerdas reforzadas
y los cornos callados... ¡Qué entrada de los oboes!
Atiende... ¡El recitativo es lo primero!

DON PELAGIO
"¿Qué hacer?... Esposo, ante el tirano
¿deberé ver tu rostro ensangrentado?
¿Tu última exhalación?
¿Tus ojos cerrándose por última vez?
¿Esos dulces ojos? ¡Oh, Dios mío!
¿Podrá superar todo esto tu esposa?
¿Qué hacer?"

"¿Me he de casar con ese vil tirano?
¿Veré a mi esposo asesinado?
¿Qué hacer, miserable corazón?"

DON PELAGIO
¿Qué te parece?

GASPARINA
¡Bravo!

APOLLONIA
¡Bravo, maestro!

DON PELAGIO
¡No interrumpa, señora!

(A Gasparina)

¡Siéntate aquí y canta conmigo!

DON PELAGIO, GASPARINA
"¿Qué puedo hacer? ¡Esposo!"

DON PELAGIO
"Esposo!" un poco más marcado "suave".

DON PELAGIO, GASPARINA
"¿Te veré ensangrentado?"

DON PELAGIO
Sostén mi mano...

APOLLONIA
¡Un poco más largo el "Ensangrentado"!

DON PELAGIO
¡Métase en sus asuntos, señora! ¡Aléjese de aquí!

DON PELAGIO, GASPARINA
"¿Veré tu última exhalación?"

APOLLONIA
¡"Exhalar" con la boca más abierta!

DON PELAGIO
(A Gasparina)
¿Ves, cómo me ridiculiza?

GASPARINA
Trate de aguantarla, maestro... ¡ya sabe cómo es!

DON PELAGIO, GASPARINA
"Veré esos ojos..."

DON PELAGIO
(Mirando a los ojos de Gasparina)
¡Ah, esos dulces ojos!

GASPARINA
"Esos dulces ojos..."

DON PELAGIO
Tus encantadores ojos...

GASPARINA
No veo aquí escrito "Tus encantadores ojos"...

DON PELAGIO
¡Quiero decir "tus" ojos, querida!

APOLLONIA
Creo que la frase necesita un poco más de gracia,
algo así como... "E chiuderai..."

DON PELAGIO
(En voz baja, a Gasparina)
¡Cotorra grosera! ¡Sácala de aquí!

GASPARINA
¡Madre, tráenos chocolate!

(Apollonia sale cantando hacia la cocina)

APOLLONIA
Denme la clave! "E chiuderai..."

GASPARINA
¡Viva el Maestro!

DON PELAGIO
Has conquistado a tu profesor, querida niña.
Pero se hace tarde. Debo irme.

GASPARINA
¿Tan pronto?

DON PELAGIO
Sí, querida señorita.

(Para sí)

¡Oh, esos ojos!

GASPARINA
(Asomándose a la cámara)
¡Monito, mi profesor se ha ido, ya puedes venir!
¿No me oyes?.. ¡Mamá, dónde está?

(Apollonia trae a don Ettore y regresa a la cocina)

GASPARINA
¡Vamos a almorzar!

(Don Pelagio, en la puerta, regresa por su capa)

DON PELAGIO
(Para sí)
¡Diablos! ¿Qué veo?

GASPARINA
¡Pillín!

DON ETTORE
Sí, efectivamente, he estado jugando al espía.
Pero, me parece que no he oído cerrar al puerta...

GASPARINA
¡Oh, no sea tonto!

DON ETTORE
¡Me ha tocado cederle mi lugar al profesor!

DON PELAGIO
(Escondido, para sí)
¡Oh, me tiene como segundo plato!
¡Qué traidoras son las mujeres!

GASPARINA
¿Cuál lugar? ¡No sea celoso!

DON PELAGIO
(Para sí)
Es tan voluble y falsa como... ¡la misma falsedad!

DON ETTORE
¿Cuánto le debes a él?

GASPARINA
¡Cuatro cequíes!

DON ETTORE
¿Y por qué no lo pones de patitas en la calle?

DON PELAGIO
(no puede aguantar más y entra)
¡No, déjeme encargarme de su deuda!
Dígame, señora, ¿cuánto me debe?

GASPARINA
(Para sí)
¡Oh, esto se pone feol!

(Don Pelagio, furioso, abre violentamente su cartera)

DON ETTORE
¿Qué va a hacer?

DON PELAGIO
(A Don Ettore)
¡Apártese, cara de cabra!

(A Gasparina)

¡Toma tu dinero!

APOLLONIA
(Entrando)
¡Vamos, el almuerzo está en la mesa!

GASPARINA
(Para sí)
¡Ah, comenzaron los problemas!

APOLLONIA
(Coqueteando)
¿Me da su brazo, Maestro?

DON PELAGIO
(A Don Ettore)
¡Señor cornudo, adiós!

(A las dos mujeres)

¡Tunante! ¡Traidora! ¡Inmoral!
Voy a gritar desde el balcón:
"¡Oigan vecinos, estas mujeres son
unas farsantes y unas asesinas!"
Basta con decir: ¡Son cantantes de ópera!

APOLLONIA
¡Deje de gritar! ¡Qué desventura!
Por pena y miedo...

GASPARINA
¡Por piedad! ¡Qué horrible!
... difícilmente puedo mantenerme de pié.

DON ETTORE
Señor, ¿acaso va a matarla por nada?

APOLLONIA
(Sarcástica)
Nos inclinamos a vuestros pies.

DON PELAGIO
¡Déjenme, ingratas!
¡Su castigo les habrá de llegar!

DON ETTORE
(A Gasparina)
¡Le ofrezco mi tela y mis diamantes!
¿Le gusta el collar de mi madre?
¿A qué espera usted para echarlo a la calle?

GASPARINA & APOLLONIA
¡Qué horrible!... ¡Qué desventura!...



SEGUNDO ACTO


(Casa de Don Pelagio)

GASPARINA
¡Oh, esto es nuestra ruina!

APOLLONIA
¿Qué haremos?

GASPARINA
Gracias a tu consejo,
estoy completamente perdida.

APOLLONIA
Si me hubieras escuchado,
no habrías actuado tan a la ligera.

GASPARINA
¡Te debí de haber estrangulado el día que
me convenciste para que nos mudáramos aquí!

APOLLONIA
No me interrumpas...

GASPARINA
¡Habla! ¡Habla, no vaya a ser que revientes!

(Ambas salen)

DON PELAGIO
(Entra acompañado de un notario y guardias)
Mi buen señor,
haga su trabajo con rigor.
¡Esta casa es mía, y estas mujeres deben irse!
¡Oblíguelas, señor, viven aquí ilegalmente!

GASPARINA
(Regresando)
¿Qué significa todo esto?

DON PELAGIO
Intachable señora, esto significa que ustedes
saldrán de esta casa, que es mía, con todo el mobiliario;
y significa que como ustedes nunca han pagado
un centavo de alquiler,
las estoy echando,
las estoy poniendo de patitas en la calle.

(Al notario)

¡Métala en la cárcel y a su madre con ella.

GASPARINA
¡Oh, Dios! ¿Mi llanto no los conmueve?

¿Ninguno me ayudará?
¿Nadie me escucha? ¡Nadie!
Insultada y afligida, no tengo más que decir.

(Sale)

DON PELAGIO
¡Pobrecita! ¿A dónde irá?
Si hubiera permanecido aquí un poco más,
habría sido yo quien llorara.
Este castigo parece un poco excesivo pero,
de otra parte, ¡la desgraciada lo merece!
¡Quiero verla sufrir!

(A los guardias)

¡Adelante, llévense estos muebles lejos de mi casa!

(Gasparina reaparece, muy afectada y sin maquillaje)

DON PELAGIO
¿A dónde se había ido?

GASPARINA
A hundir mi propia desgracia en algún pozo.

DON PELAGIO
(Para sí)
¡Oh, pobrecita, no soporto esto más tiempo!

GASPARINA
Sé que no merezco ni su más mínima consideración.
Confieso mis errores,
y humildemente le pido perdón.
Solo así puedo finalmente decirle...
¡Adiós!

DON PELAGIO
(Para sí)
Esto me está matando.

(A Gasparina)

Escucha, niña, te perdono...
Deseo regalarte algo de dinero, pero no creas que yo...

GASPARINA
Ya veo... Pero estoy un poco confundida.
Bueno, solo déjeme besar su mano una última vez.

DON PELAGIO
(A los guardias)
Señores, esperen un poco. ¡Dejen esas cosas aquí!

GASPARINA
¡Qué generoso!
Me inclinaré a sus pies y no le desobedeceré jamás.

DON PELAGIO
Eso no será necesario, querida.
¡Señores, vayan a mi casa
y traigan aquí mis mejores muebles!

GASPARINA
¡Madre mía, siento un poco de mareo!...

DON PELAGIO
¿Te desmayas?

GASPARINA
Estaba tan asustada... su enojo... no he comido.

DON PELAGIO
¡Oh, rayos! ¡Ayuda! ¡Mamma! ¡Don Ettore!
¡Oh, que fría está! Si yo tan sólo tuviera
un poco de bálsamo para ayudarla a recuperarse...

DON ETTORE
(Entra con Apollonia)
¡Quién me está llamando a gritos?…

APOLLONIA
¡Y a mí también!

DON PELAGIO
¡Me voy a volver loco aquí!

DON ETTORE
Pero... ¿qué es esto?

APOLLONIA
¡Ah, mi hijita desmayada! ¡Oh, pobre de mí!

DON PELAGIO
¡Tome esta sales!

DON ETTORE
¡No, mejor dele esta billetera!

DON PELAGIO
Despacio!

DON ETTORE
¡Sí, más despacio!

DON PELAGIO
¡Caramba, la cartera parece que funciona!

DON ETTORE
¡Qué olfato para los diamantes!

DON PELAGIO
¡Oh, sí, está oliendo!
¡Aún no ha reaccionado del todo! ¡Apollonia!

APOLLONIA
(Para sí)
¡Actúa, hijita!
¡Qué bien te he enseñado!

(En voz alta)

¡Oh, my pobre hija!

DON ETTORE
(Para sí)
¡Qué astuta!

DON PELAGIO
¡Reacciona, amada mía!

DON PELAGIO
¡Diosa terrenal, abre tus párpados,
esas amadas ventanas que pueden
mantenerme sumergido en la oscuridad!

APOLLONIA
¡Ay, hijita, abre los ojos!
¡Mírame, soy tu madre!

(Para sí)

¡Quédate así un poco más!

DON ETTORE
(Para sí)
No entiendo, ¿no se avergüenza?
Quizá esté fingiendo amor...
¡Nunca me fiaré de otra mujer!

GASPARINA
¡Oh, ya me encuentro mejor!
¡Ya vuelvo a escuchar el latido de mi corazón!
¡Esperen!... ¡Ay! Creo que me desmayo otra vez.

DON PELAGIO
¡Huele la cartera!

GASPARINA
Me alivio...

DON ETTORE
¡Qué alegría!

GASPARINA
¡Su aroma me anima, es cierto!

DON ETTORE
(Pars sí)
Ese anillo hace que su corazón lata más rápido...

(En voz alta)

¡Por el precio, no por el aroma!

DON PELAGIO
(Pars sí)
La cartera le aumenta el pulso...

(En voz alta)

¡Por el sonido de las monedas, no por el aroma!

DON ETTORE, DON PELAGIO
(Pars sí)
¡Qué astuta!

APOLLONIA
¡Mira a tu alrededor, querida hija!

(En voz alta)

No exageres la escena!

GASPARINA
¡Mis amados, queridos!
¡Buen chico, apuesto profesor!

DON PELAGIO
¡Amada mía! Encontré esta carterita en la calle.
¡Te la regalo!

DON ETTORE
¡Querida! Encontré este anillo en la calle.
¡Te lo regalo

GASPARINA

Siento que mi destino está en esta habitación.
¡Ya me parece ver que triunfo!

APOLLONIA
¡Ve por él!
¡Prepárate a triunfar!