Alahor en Granada

Drama en dos actos de Gaetano Donizetti (Bérgamo 1797 - Bérgamo 1848), con libreto de Andrea Monteleone, basado en la novela de Claris de Florián a través de los libretos de las óperas Los Abencerrajes de Cherubini y L'Esule di Granata de Meyerbeer.

Es una obra que sigue las convenciones de la época con cierta ascendencia rossiniana. El estreno tuvo lugar el 7 de enero de 1826 en el Teatro Carolino de Palermo, siendo sus intérpretes: Antonio Tamburini (Alahor), Elisabetta Ferron (Zobeida), Berardo Winter (Alamar) y Marietta Gioia-Tamburibi (Muley Hassem) todos bajo la dirección del propio Donizetti.

ALAHOR

ZOBEIDA

MULEY HASSEM     

ALAMAR

SULIMA

ISMAEL

Príncipe Abecerraje

Hermana de Alahor

Rey de Granada

Jefe de los Zegríes

Criada de Zobeida

Noble Zegrí

Barítono

Soprano

      Mezzosoprano

Tenor

Mezzosoprano

Tenor

La acción se desarrolla en Granada, a finales del siglo XV

ATTO PRIMO

(Gran piazza di Granata. Alla destra 
il palazzo reale detto l'Alhambra. Alla
sinistra una delle porte di Granata. Il
fondo offre in prospettiva la lunga
catena degli Alpussari)

Scena Prima

(Alahor viene dalla parte dei monti 
Il suo abito é indizio dello stato 
suo deplorabile. Si avanza guardando
intorno.)

Recitativo

ALAHOR 
Granata é questa Alfin ti veggo, o terra 
terra esecrata: il padre mio qui cadde. 
Il crudo Aly de' nostri Abenceraghi 
qui versò a tradimento a fiumi il sangue; 
Zobeida ed io, suo misero fratello, 
fuggimmo soli all'orrido macello. 
Hassem co' Zegri di Granata il soglio 
calcan superbi, ma Alahorre é vivo. 
Vendicator di si feroce oltraggio, 
in Granata ritorno: alle lor mani 
Zobeida strapperò: sul trono istesso 
Hassem fia spento per mia man...O padre, 
qui tu cadesti e qui t'aspetta 
memoranda, terribile vendetta.

Aria 

Ombra del padre mio, 
che a me t'aggiri interno, 
esulta: alfine il giorno 
vendicator spuntò.

Esulta: i tuoi nemici 
caderti a piè vedrai. 
Esulta: a gorghi il sangue 
dei Zegri tu berrai.

Di disperati accenti, 
di flebili lamenti 
quest'abborrita reggia 
io risuonar farò.
Ancora giunta non e 
della vendetta l'ora. 

(Si ritira.)

Scena Seconda

(Coro di Zegri, che mesti si avanzano,
quindi Alamar ed Ismaele)

Recitativo

ALAMAR 
Smania crudel, perchè mi desti in 
core l'ascoso mio furore? Ah sì, già sorge
della vendetta il di. Figlia infelice
tu gemi e indarno al genitor furente 
volgi i tuoi sguardi. 
Hassem vile te sprezza 
e Zobeida -oh furore- sospira ed ama. 
Di Zegri ormai la fama spenta riman. 
Ma no col sangue pria lavar 
vò l'onta sciagurata e ria.

Aria 

Taci ancor per poco almeno, 
disparato mio furor: 
come rapido baleno 
piomberà sul traditor. 
Figlia amata il bel sereno 
non turbar del tuo bel cor: 
vendicar sapratti appieno, 
figlia amata, il genitor. 
Istante bromato deh, vieni, t'affretta, 
l'idea di vendetta già lieto mi fa. 
Ah riedi spietato, quest'alma t'aspetta, 
l'acciar di vendetta sul capo ti sta. 
Si parta, ma chi s'avanza? 
Amici, ah lieti voi.

ZEGRI 
Dove l'antico onore, 
dove la gloria andò? 
De' Zegri il gran valore 
depresso, ohimè! restò. 
Pace coll'armi Ibere, 
che noi cingeano intorno, 
ad onta nostra e scorno,
Hassem, il re, segnò. 
Ai vili Abenceraghi 
ei ci pospon...

ALAMAR 
Tacete. 

(Sdegnato si avanza) 

A che d'inutili voci e lamenti 
oziosi e stolidi spargeste i venti? 
A che di lagrime bagnate il ciglio, 
mentre l'onore giace in periglio? 
Convien risolversi, bisogna oprar.

CORO 
Tutti rimiraci pronti ad oprar.

ALAMAR 
Il patrio onore Hassem oscura. 

(Va sempre crescendo con forza) 

Contro de' Zegri Hassem congiura; 
oggi a Zobeida la man darà.

CORO
Oggi egli vittima al suol cadrà.

ALAMAR 
Ma il vostro core?

CORO 
Timor non ha. 
La morte intrepido affronterà.

ALAMAR, ISMAELE, CORO
Fra poco esanime cadrà quel perfido,
l'onta col sangue pagar dovrà.

(Alamar sguaina la spada. gli Zegri 
gli fan circolo, sguainando la loro. 
e battendola a tempo con strepito 
su quella di Alamar. Gli Zegri si
ritirano, resta Alamar de Ismaele)

Recitativo

ALAMAR 
Hassem cadrà, lo merta: di mia figlia 
egli sprezzò la mano; onta sì grande, 
offesa tal non fia 
che impunita rimanga e inulta sia.

ISMAELE 
Ei la sprezzò, non la mertava; in premio 
di tanto zelo mio pe' tuoi disegni, 
Alamar, la concedi a' voti miei!

ALAMAR 
E tu... 

(Fra sè)

Oh! baldanza!

ISMAELE 
Eguali 
noi siam per sangue, per grado eguali, 
ragion non veggo onde stupirti.

ALAMAR 
Eh, taci: quella man, 
che impugnar deve uno scettro 
impalmerà, stolto, la tua? Rivolgi 
ad altro oggetti i voti tuoi.

(Parte)

ISMAELE 
Un rifiuto del re 
spinge il superbo alla vendetta: 
il suo rifiuto ispira nel petto mio 
l'odio, lo sdegno e l'ira 

(Parte)
Scena Terza

      (Zobeida con Sulima esce dall'Alhambra
      I moti suoi spirano la gioia)

      Recitativo

      ZOBEIDA 
Dolce pensier del più soave affetto, 
perchè mi desti in petto 
ancora morte in cor? 
Era duolo e speme
agitata quest'alma incerta geme.

Cavatina

Ah! Ti sento, mio povero cor,
palpitare più ratto nel sen.
Batti pure di gioia e d'amor,
or che torna l'amato tuo ben.
Cesserà quell'affanno, quel duol,
che i tuoi miseri giorni nutri;
come appare più lucido il sol
quando il nembo dal cielo spari.

(Fuori di sè dalla contentezza)

CORO
Sta lieta, sta lieta,
un puro amor t'invita a giubilar.

ZOBEIDA
Per te solo, o benamato,
dolce speme io sento in petto,
da te sol la calma aspetto,
per te sol respirerò!
Se tu m'ami, o mio diletto,
con te sol giubilerò.

CORO
Già di gioia quell'aspetto
il bel raggio scintillò,
il bel raggio scintillò.

(S'odono le tromba per l'arrivo
di Hassem)

Marcia e Coro

ZOBEIDA
Senti, s'avanza, Sulima, il mio bene.
Come scuotonsi, o cor, le tue catene!

(Partono.)

Scena Quarta

(Lo strepito delle trombe fa radunare
sulla piazza il popolo. Coro di
Abenceraghi, che precede Hassem.
Mentre il coro canta, si avanzano. 
In marcia le truppe di Granata; 
poscia vedesi Hassem con l'olivo 
al crine, accompagnato da Alamar,
Ismaele, grandi) 

CORO
Pace, pace, degl'inni di pace 
s'oda l'aura d'intorno echeggiar. 
Spenta è alfine di Marte la face, 
riede il giorno sereno a brillar; 
nè dubbiose le madri e le spose
più vedremo di tema gelar.

Recitativo e Aria

HASSEM 
Popolo, amici, sanguinosi allori 
non cingono il mio crin; ostili schiere 
io non pugnai; ampi tesori e prede, 
o a mille a mille schiavi a voi non reco: 
pace fu guida a' passi miei; l'ottenni,
e con l'onor l'ottenni. 
Popolo, amici, è questa la mia gloria, 
è questa del re vostro la vittoria.

Ah! Si, da tanti affanni 
respira ormai, Granata, 
i placidi suoi vanni 
pace su te spiegò. 
Più non vedrai bandiere 
da lungi sventolar, 
nè le nemiche schiere 
il suolo tuo calcar. 
Non più dell'armi Ibere 
dovremo paventar.

(Fra sè)

Ma quell'amabile pace dell'alma, 
del cor la calma dove ne andò? 
Ahi! Che il più barbaro fra i numi Amore 
da questo cure me la involò. 

(A Zobeida)

Ma se mi arridono quei vaghi rai 
a nuovo giubilo ritorna il cor.

CORO 
Di Marte alfine spento è il furore. 
Né più dovremo paventare.

(Le truppe in marcia si ritirano 
al suono di banda; il coro le 
segue. Rimangono Alamar, Ismaele,
Hassem, Zobeida e Sulima)

Scena Quinta

HASSEM 
Zobeida, 
del mio cor parte più cara, 
poco è alla tua virtude offrire un trono; 
ma a te quai altro dono 
dare maggior poss'io?

ZOBEIDA
Signor, che dici?
Io tua schiava qui sono, e non potrei...

HASSEM
Regni sul cor d'un Rege, 
e schiava sei?
Il mio consiglio approverà la scelta,
sì, questo il giorno sia 
in cui ti adori ognun, consorte mia.

(Zobeida e Sulima rientrano nel palazzo.
Hassem, Alamar e Ismaele sen vanno
per l'altra via)

Scena Sesta

Recitativo

ALAHOR 
Scorsa ho Granata, ma invan; Zobeida 
io non rinvenni, e fora il domandarne 
troppo imprudente inchiesta. 
Solo ed inerme, l'arte pria che il ferro 
usar convienmi a re potente innanzi.

Scena Settima

Sulima dall'Alhambra e detto.

SULIMA
(non vede Alahor) 
La prima volta è questa 
che di gioia un balen sul volto apparve, 
ognor languente, di Zobeida.

ALAHOR
(Fra sè)
Oh cielo!

(A Sulima)

Tu nomasti Zobeida: 
vive dunque

(Con premura)

di Mohamed un figlio.

SULIMA
Sì, in Zobeida.

ALAHOR 
Elle è in Granata, e non vi teme l'odio 
che il Rege un dì contro
il suo padre accese?

SULIMA 
D'Hassem tu parli? Ma straniero sei 
dunque in Granata tu, che ancor non sai 
ch'ella con Hassem sta 
onorata ed amata a un tempo istesso?

ALAHOR 
(con ira) 
Il ver tu narri? 

(Fra sè)

Oh, padre mio, che orrore! 
Col fratello d'Aly, col traditore?

SULIMA 
Di tutti ella è delizia, 
e ogn'infelice adora il nome suo.

ALAHOR 
(Fra sè)
Si tenti 

(A Sulima)

Dal mio esterno 
ben t'avvedi, che misero son io,
che qui stranier; son questi 
titoli grandi, onde la speme accolga
di parlar con Zobeida. 
Tu mi conduci or dunque; e fin ch'io viva 
d'un tal favore a te sarò ognor grato.

SULIMA
Ebben, segui i miei passi.

(S'incammina verso il palazzo)

ALAHOR 
(Fra sè)
Oh, me beato!
Scena Ottava

    (Gran sala dell'Alhambra. In fondo
    grande apertura con tenda tirata, dalla
    quale si deve vedere la sala del trono)

    Recitativo e duetto

    ALAMAR 
E di natura istinto l'amor paterno o Sire. 
Ma no s'anch'es se i figli loro 
a ircane belve istesse.

HASSEM
lo d'ira avvampo. Ancora insisti e ancor 
mi desti in seno intempestivo ardore.

ALAMAR
Rammenta o pur Signore 
i fidi Zegri tuoi, 
la fè, l'onore, gli a te serbati allori,
la costanza, l'amore, 
il sudor mio versato per Aly tuo diletto 
e della figlia mia sprezzi l'affetto.

HASSEM
Nè tace in cor lo sdegno 
perchè sorbito in te.

ALAMAR 
Di te non degno.

HASSEM 
Perfido taci alfine e vanne, 
e l'ira mia paventa. 
Rammenta ch'io son il tuo Signor. 
Vanne o cadrai qui vittima del mio 
sprezzato amor.

ALAMAR 
Perfido io no, non mai; 
rispetto i cenui tuoi, 
chiamami pur qual vuoi, 
ma nobile è il mio cor, 
e so serbare intrepido fede, 
costanza e onor.

HASSEM
Come ancor rispondi ai benefici miei?

ALAMAR 
Amo la figlia, 
è lei l'arbitro de il mio cor.

HASSEM 
Il mio scettro a questo segno si disprezza 
a ch'io nel sen dal dispetto e dallo sdegno 
tutto sento un rio veleno.

ALAMAR
Su quel volto io veggo il segno 
del furore che gli arde in seno,
ma non temo quel suo sdegno, 
vendicar saprommi appien.

HASSEM
Ah! frenarmi più non posso, 
più s'accende il furor mio. 
Va, rammenta chi son io, 
l'ira mia non cimentar.

ALAMAR 
Deh, perdona un bel desio 
sol mi spinge a delirar.

HASSEM 
Ah, quale smania, barbaro fato, 
indarno tentar sì rendermi ingrato 
al puro, al tenero mio dolce amor.

ALAMAR 
Ah, s'vittima cadrò l'ingrato, 
indarno mostrasi cosi spietato;
saprò disveller quell'empio cor

Scena Ottava (bis)

(Zobeida esce dai suoi appartamenti)

Recitativo

ZOBEIDA
Felice appien sarei: 
Hassem m'adora, al tron m'innalza, 
paghi sono gli affetti miei, ma oh Dio! 
Un fratello fuggitivo, ramingo, 
odiato e forse dalla miseria oppresso, 
se non spento, formano nel mio core 
un contrasto di gioia e di dolore.

Scena Nona

Recitativo

SULIMA 
Non nuova nel tuo cor la tua pietade 
uno stranier oggi addimanda, 
chiede sol favellarti.

ZOBEIDA
Uno stranier!... 
che brama egli da me?

SULIMA
Ciò non mi disse; 
disse sol ch'è infelice...

ZOBEIDA
E questo basta assai.
Qui l'introduci; ogni meschino ha dritto
al mio soccorso.

(Sulima si ritira)

SULIMA
(torna)
Ei viene. 

(Si ritira)

Recitativo

ZOBEIDA 
Infelice t'appressa: questa gemma 
possa il peso alleviar de' mali tuoi.

ALAHOR 
Il mal più mite è la miseria mia. 

(Resta in qualche distanza) 

Io non accetto doni.

ZOBEIDA
Ma niun ti scorge, tu arrossir non devi.
Accetta, prendi...

ALAHOR 
La viltà finora non oscurò 
la gloria mia:
risplende intatta e pura;
ma la tua, o Zobeida, 

(lei si avvicina) 

risplende ancor?

ZOBEIDA 
Che cerchi? 
Quale inchiesta?

ALAHOR
A te lo chieggo in nome di colui 
che spento fu per sostenerla, 
in nome di colui che obbliasti, 
di Mohamed in nome, 
e ciò ti basti.

ZOBEIDA 
(si turba) 
Oh Dio, che dici mai!

ALAHOR 
Fissa, o Zobeida, su di me lo sguardo, 
deh, mi ravvisi forse?

ZOBEIDA
Cielo! Quei tratti... 
quella voce... parmi...

(Lo va esaminando)

ALAHOR 
Dì, mi conosci?

ZOBEIDA 
Ah, parla, in nome 
dell'estinto Mohamed, del padre mio,
saresti forse?...

ALAHOR 
Il tuo fratel son io.
Duetto 

De' miei splendori antichi 

(mostra un pugnale) 

l'ultimo avanzo è questo; 
tu lo vedrai funesto,
tremendo balenar,
ché alla vendetta io torno qui a spirar.

ZOBEIDA 
Vendetta!... 
Oh Dio, che tenti! 
Vendetta! 

(Fra sè)

Ohimè, che ascolto! 
Dagli occhi suoi, dal volto 
scintillagli il furor. 
Il sen mi scuote ed agita incognito terror.

(A Alahor)

Ah, fratel mio!...

ALAHOR
Fratello! Nomarmi tal sei degna?

ZOBEIDA 
Che far degg'io, m'insegna. 

(Fra sè)

Oh Dio, mi fa tremar!

ALAHOR
Lungi di qui da' Zegri
meco fuggir dovrai;
degna tu allor sarai
del padre tuo, di me.

ZOBEIDA
Fuggir?...

ALAHOR 
Fuggir! Che pensi?

ZOBEIDA
(Fra sè)
Fuggir dal mio tesoro!
Ah, che in pensarlo io moro!
E troppa crudeltà.
"Fuggi", grida il mio dovere, 
e al fuggir miei passi affretta :
a restar mi forza e alletta 
più potente il Dio d'amor. 
Combattuto è questo cor.

ALAHOR 
Ah, momento di piacere! 
Oh! Terribile vendetta, 
i tuoi passi affretta, affretta. 
Vieni accesa di furor: 
ti sospira questo cor!. 
Mi segui!

ZOBEIDA
Ed io potrei Hassem tradir, 
il Re!

ALAHOR 
E un Zegro, è un tuo nemico;
un traditor egli è

ZOBEIDA 
T'inganni; de' suoi popoli 
egli è l'amor, la gloria. 
Ha in petto un cor magnanimo, 
è figlio dell'onor.

ALAHOR
(con sdegno)
Ma tu, ma tu il difendi...

ZOBEIDA 
Io dissi il ver.

ALAHOR
Zobeida, 
ti leggo in fondo al core, 

(Fissandola fisso) 

ti scopre il taro rossore. Tu l'ami...

ZOBEIDA 
Ah! si, l'adoro: 
è l'idol del mio cor.

ALAHOR 
Oh, mio furor!... Ma invano 
tu speri il caro bene.

ZOBEIDA 
Ei vien.

(Si ode lo strepito delle trombe, che 
annunziano il ritorno del Re al palazzo)

ALAHOR 
A morte ei viene. 

(si incammina con il pugnale in mano) 

Esangue qui cadrà.

ZOBEIDA
(agitatissima)
M'ascolta... oh Dio! T'arresta...

ALAHOR
(risoluto)
Meco fuggir tu giura

ZOBEIDA
(Fra sè)
Qual nuova pena e questa!

(A Alahor)

Ebben, io fuggirò.

ALAHOR 
(Fra sè)
Della vendetta il fulmine 
sospendi, o mio furore, 
fra poco più terribile 
cadrà pel traditore; 
di sangue il braccio vindice 
Granata inonderà

ZOBEIDA 
(Fra sè)
Da mille e mille palpiti 
oppresso ho in seno il core, 
sul capo a me sollevansi 
i crini per l'orrore; 
stato del mio più barbaro, 
più misero non v'ha!

(Alahor si ritira in fondo dietro 
la colonne)

Scena Decima

(coro di abenceraghi che precedono
Hassem)

UOMINI
No che più vaga nel ciel l'Aurora
dall'onde fuora mai non spuntò.

DONNE 
Più vivo mai il sol co' rai
sopra Granata non sfolgorò.

TUTTI
Già sulle tenere ale d'amore
viene l'Imene gioia del core,
vien due bell'anime a consolar.

(Hassem si avanza verso Zobeida che
appena si regge. Alahor si mischia, 
fra la folla, ma in guisa diesser 
veduto dalla sorella)

Concertato

HASSEM
De' mortali il più beato
mira innanzi a te Zobeida:
oh, che giorno fortunato! 
Qual eccesso di piacer! 
Il consiglio a pieni voti 
sposa mia ti dichiarò.

ALAMAR E ALAHOR
(Fra sè)
L'ira mia frenar non so.

HASSEM 
Ognun cada a' piedi suoi; 
ella regna sopra voi, 
è regina del mio cor.

(Tutti si pongono in ginocchio innanzi a 
Zobeida che rivolge il capo. Hassem le 
tende le braccia: Alamar è furioso, 
ed Alahor sta solo in piedi nell'atto di 
un uomo attonito e sdegnato)

HASSEM 
Non rispondi?

ZOBEIDA 
(Fra sè)
Oh Dio!

HASSEM
Che attendi? A' miei voti, deh!
Al fin ti arrendi. Meco il trono...

(Zobeida rimira il fratello, che con 
un cenno le detta la risposta)

ZOBEIDA 
Invan lo speri.
Sposa tua giammai sarò.

(Tutti sorpresi si alzano)

HASSEM 
(Fra sè)
Qual mano gelida mi stringe il sen! 
Di sdegno un fremito mi scende al cor. 
Io, resto immobile per lo stupor.

ZOBEIDA 
(Fra sè)
Ondeggia l'anima incerta in sen; 
in me combattono dovere, e amor. 
Chi può resistere a tal dolor?

ALAMAR E ALAHOR 
(Fra sè)
Di gioia un fremito mi scorre in sen: 
oh come giubila nel petto il cor! 
Oh, come allegrasi ai suo dolor!

GLI ALTRI 
(Fra sè)
Il colpo barbaro già opprime il cor; 
ei resta immobile per lo stupor.

HASSEM 
Queste è la fede, o barbara 
che mi giuravi un di? 
All'amor mio constante 
rispondi tu così?

ZOBEIDA 
Deh! Taci... Ah! Tu non sai... 
Deh! Non mi dir così... 
Forse tu piangerai, 
tardi, pentito un dì.

HASSEM
Dunque.. deh! Parla...

ZOBEIDA 
Oh Dio! Pietà del dolor mio.

HASSEM
Parla...

ZOBEIDA 
Parlar non devo.

HASSEM 
Oh, rea fatalità!

ALAMAR, ALAHOR
(Fra sè)
Oh mia felicità

GLI ALTRI 
(Fra sè)
Cielo, che mai sarò!

HASSEM, ZOBEIDA
(Fra sè)
Come ratto in un momento 
fugge, vola il mio contento! 
Mille smanie in seno io provo, 
più me stesso io non trovo. 
Ah, la mia perversa sorte 
d'ogni morte è più crudel!

HASSEM, ZOBEIDA, TUTTI 
(Fra sè)
Come ratto in un momento 
fugge, vola il suo contento! 
Mille smanie in seno ei prova, 
più me stesso in se non trova. 
E la sua spietata sorte 
d'ogni morte è più crudel!
ACTO PRIMERO
      

(Una gran plaza de Granada. A la
 derecha la Alhambra, el palacio
 real. A la izquierda, una puerta de
 Granada. Al fondo una perspectiva
 de las Alpujarras.)

Escena Primera

(Alahor llega desde los montes. 
 Su vestido es indicio de su
 deplorable estado. Avanza
 mirando a su alrededor)

Recitativo
  
ALAHOR
Granada, al fin te veo, oh tierra, 
aquí cayó mi padre.
El cruel Alí vertió aquí, a traición, 
ríos de sangre de abencerrajes; 
sólo Zobeida y yo, su hermano,
huimos de la horrible masacre.
Hassem y los zegríes pisan altivos
el suelo de Granada, pero...
¡Alahor vive!
Vuelvo a Granada para vengarlos,
rescatar a Zobeida
y matar a Hassem...
¡Oh padre! aquí caíste y aquí 
se producirá mi terrible venganza!

Aria

Sombra de mi padre 
que vagas en torno a mí, 
alégrate: ¡al fin amaneció 
el día de la venganza!

Alégrate: a tus pies verás 
caer a tus enemigos. 
Alégrate: a sorbos beberás 
la sangre de los zegríes.

Acentos desesperados y 
terribles lamentos 
haré que resuenen 
en este reino aborrecido.
Aún no ha llegado 
la hora de la venganza. 

(Se retira.)

Escena Segunda

(Alamar solo, luego se acerca un
 grupo de zegríes)

Recitativo
  
ALAMAR 
¡Cruel destino! ¿Por qué acosas 
mi corazón con oculto furor? 
¡Sí, llegó el día de la venganza!
Hija infeliz, en vano gimiendo,
diriges los ojos a tu padre. 
El vil Hassem te ha despreciado 
y por Zobeida ¡oh furor! suspira.
¡Sólo queda la honra de los zegríes!
Mas no quiero lavar con sangre, 
antes de tiempo, la cruel afrenta.

Aria
  
Permanezca aún oculto mi furor
que rápido como un rayo 
caerá sobre el traidor. 
Amada hija, no turbes la paz 
de tu bello corazón; 
tu padre sabrá vengarte. 
¡Ven, instante deseado, apresúrate!
La idea de la venganza 
me llena de gozo. 
¡Ven, desgraciado, 
que esta alma te espera; 
y ya pende sobre tu cabeza 
el acero vengador! Vayamos...
¿pero quién se acerca? ¡Amigos!

ZEGRÍES 
¿Dónde está el antiguo honor? 
¿Adónde se fue la gloria? 
¡El gran valor de los zegríes 
cayó en el olvido!
El rey Hassem,
para escarnio y vergüenza nuestra,
firmó la paz con los ejércitos
cristianos que nos acosaban.
A los viles abencerrajes 
él nos somete...

ALAMAR 
¡Callaos!

(avanza con desdén) 

¿Por qué clamar al viento 
inútiles gritos y necios lamentos? 
¿Por qué derramar lágrimas 
mientras que el honor peligra? 
Es necesario decidirse a actuar.

CORO 
¡Estamos listos para intervenir!

ALAMAR 
Hassem mancilla el honor patrio. 

(con más fuerza) 

Él conspira contra los Zegríes; 
y hoy desposará a Zobeida.

CORO
Hoy como víctima al suelo caerá.

ALAMAR 
¿Pero y vuestro valor?

CORO 
No sentimos temor. 
Afrontaremos sin miedo la muerte.

ALAMAR, ISMAEL, CORO
Pronto caerá exánime el pérfido,
y pagará la deshonra con su sangre.

(Alamar desenvaina la espada y
 todos lo rodean desenvainando 
 las suyas y entrechocándolas al
 unísono con la de Alamar. Todos se
 retiran, quedan Alamar e Ismael)

Recitativo

ALAMAR 
Hassem merece morir; 
despreció la mano de mi hija. 
Una ofensa semejante 
no puede quedar impune.

ISMAEL 
Él la despreció, no la merecía.
En cambio yo te soy fiel...
¡Alamar, concédesela a mis deseos!

ALAMAR 
¿A ti?... 

(para sí)

¡Qué arrogancia!

ISMAEL 
Iguales somos por sangre, 
iguales por rango; 
no veo razón para que te asombres.

ALAMAR 
Ah, calla: 
¿Esa mano, digna de un cetro, 
va a unirse, necio, con la tuya? 
Dirige hacia otra tus deseos.

(Sale)

ISMAEL
Un desprecio del rey impulsa 
a ese soberbio a la venganza; 
su rechazo hace nacer  en mi pecho
el odio, el desdén y la ira. 

(Sale)
Escena Tercera
      
(Zobeida, alegre, sale con Sulima
 de la Alhambra)

Recitativo
  
ZOBEIDA 
Dulce pensamiento,
¿por qué despiertas de nuevo en mi 
pecho la muerte de mi corazón? 
Entre el duelo y la esperanza 
gime agitada esta alma insegura.

Cavatina 

¡Ah, pobre corazón mío, te noto 
palpitar más rápido en el pecho! 
Late de alegría y de amor pues, 
ahora regresa tu amor. 
Aquellos afanes, aquel dolor que
alimentó tus míseros días cesará, 
igual que el sol ilumina radiante
cuando las nubes se despejan.

(Fuera de sí por la alegría.)

CORO
Sé feliz, sé feliz,
un amor puro te invita a la alegría.

ZOBEIDA
¡Sólo por ti, amor mío,
siento una dulce esperanza!
¡sólo de ti espero la paz;
respiraré sólo por ti!
¡Si me amas, oh mi bien,
sólo a tu lado encontraré regocijo!

CORO
¡De alegría se iluminó su rostro,
al igual que un hermoso rayo!
¡Un hermoso rayo lo iluminó!

(Se oyen trompetas anunciando
 la llegada de Hassem)

Marcha y Coro
  
ZOBEIDA
Oye cómo llega, Sulima, mi amor.
¡Ya caen las cadenas del corazón!

(Salen)

Escena Cuarta

(El son de las trompetas hace 
 que el pueblo se reúna en la 
 plaza. Entran lo abencerrajes
 precedidos por Hassem que se
 adelanta con una rama de olivo 
 en la cabeza, acompañado de sus
 tropas, Alamar, Ismael y los
 Grandes)

CORO
¡Paz, paz, que resuene al aire
el eco de los himnos de paz!
Se extinguió la llama de Marte,
ríe el día brillante y sereno;
ya nunca a las madres y esposas
veremos temblar.

Recitativo y Aria

HASSEM
Pueblo, amigos, mis cabeza no ciñe
sangrientos laureles; no derroté a
ejércitos enemigos, ni tesoros, 
ni botines, ni miles de esclavos 
os traigo: la paz guió mis pasos
y la obtuve con honor.
Pueblo, amigos, esta es mi gloria,
ésta es la victoria de vuestro rey

¡Ah! Sí, de tantos anhelos
estás libre ya, Granada,
las dulces alas de la paz 
se ciernen sobre ti.
Ya no verás banderas
tremolar en la lejanía,
ni a las falanges enemigas
hollar tu suelo.
¡Ya nunca a los ejércitos cristianos
deberemos temer!

(Para sí)

Pero aquella amable paz del alma, 
la calma del corazón, ¿dónde está?
¡Ay! ¡El más cruel dios, Amor,
de mi corazón la robó!

(A Zobeida) 

Mas si me sonriesen tus bellos ojos 
el júbilo volvería a mi corazón.

CORO
Por fin se apagó el furor de Marte.
Nunca más deberemos temerle.

(Las tropas y el coro se retiran 
 al son de una marcha.  Se quedan
 Alamar, Ismael, Hassem, Zobeida
 y Sulima)

Escena Quinta

HASSEM
Zobeida, 
lo más querido a mi corazón,
poco es un trono para tu virtud;
¿pero qué otro don
puedo yo ofrecerte?

ZOBEIDA
Señor, ¿qué dices?
Yo soy tu esclava, y no podría...

HASSEM
¿Reinas sobre el corazón de un rey,
y dices que eres esclava? 
Mis consejeros te aprobarán,
sí, que éste sea el día que todos 
te reconozcan como mi esposa.

(Zobeida y Sulima vuelven al
 palacio. Hassem, Alamar e 
 Ismael se van por el otro lado)

Escena Sexta

Recitativo

ALAHOR 
Toda Granada recorrí en vano, 
no encontré a Zobeida y
preguntar por ella sería imprudente.
Solo e indefenso estoy, necesitaré
la espada ante el rey poderoso...

Escena Séptima

(Sulima desde la Alhambra)

SULIMA
(que no ve a Alahor)
Es la primera vez que un rayo 
de alegría ilumina el rostro, 
siempre triste, de Zobeida.

ALAHOR
(Para sí)
¡Oh. cielos!

(A Sulima)

Has nombrado a Zobeida; 
¡así pues vive!

(Con precaución)

descendiente de Mohamed...

SULIMA 
Sí, Zobeida.

ALAHOR
¿Está ella en Granada 
y no teme el odio que antaño 
el rey mantuvo contra su padre?

SULIMA 
¿Hablas de Hassem? 
Debes ser extranjero en Granada,
pues no sabes que Hassem 
la ha honrado con su amor.

ALAHOR
(con ira)
¿Dices la verdad? 

(Para sí)

¡Oh, padre mío, qué horror!
¿Con el hermano de Alí, el traidor?

SULIMA 
Ella es el consuelo de todos y hasta
los más míseros adoran su nombre

ALAHOR 
(Para sí)
Lo intentaré...

(A Sulima)

Por mi vestidos puedes ver 
que soy pobre y extranjero.
Éstas son mis credenciales para
albergar la esperanza de solicitar
una audiencia con Zobeida. 
Guíame hasta ella y, mientras viva,
siempre te estaré agradecido.

SULIMA 
Entonces sigue mis pasos. 

(Se dirige al palacio )

ALAHOR 
(Para sí)
¡Oh, afortunado!
Escena Octava

(Gran sala en la Alhambra Unos
cortinajes abiertos dejan ver el
salón del trono)

Recitativo y Dúo

ALAMAR 
Señor, el. amor paterno es un
instinto de la naturaleza. Incluso 
los animales protegen a sus hijos.

HASSEM
La ira me consume. Aún insistes y
alientas en mi pecho un gran furor.

ALAMAR
Recuerda, oh señor, 
a tus fieles zegríes.
La fe, el honor, a ti reservados.
La constancia, el amor y mi sudor
vertido por Alí, tu preferido...
no desprecies el amor de mi hija.

HASSEM 
El desprecio en mi pecho
tú lo has provocado.

ALAMAR 
No es digno de ti.

HASSEM 
¡Pérfido cállate de una vez y vete!
Cuídate de mi cólera  
y recuerda que soy tu señor. 
Vete o aquí caerás víctima 
de mi despreciado amor.

ALAMAR 
¿Pérfido yo? ¡Jamás! 
Respeto tus palabras, 
puedes llamarme cualquier cosa, 
pero mi corazón es noble, 
intrépido, fiel,
constante y honorable.

HASSEM
¿Así pagas mis favores?

ALAMAR 
Amo a mi hija; 
ella es el árbitro de mi corazón.

HASSEM 
Mi cetro rechaza a aquel 
por el que siento desdén, 
desprecio y un turbio veneno.

ALAMAR 
En ese rostro veo el signo del 
furor que arde en su pecho, 
mas no temo su desprecio; 
vengar sabré las ofensas.

HASSEM 
¡Ah! No puedo contenerme, 
el furor me inflama. 
Vete, recuerda quien soy, 
no aumentes mi cólera

ALAMAR 
¡Ay! Perdona, un justo deseo
me ha hecho desvariar.

HASSEM 
¡Qué locura, qué bárbaro destino!, 
intentas en vano enfriar a 
mi puro, tierno y dulce amor.

ALAMAR 
El ingrato como víctima caerá;
aunque se muestre tan despiadado, 
sabré descubrir su impío corazón.

Escena Octava (bis)

(Zobeida sale de sus estancias)

Recitativo

ZOBEIDA 
Debería ser feliz: 
Hassem me ama y me da un trono, 
mi amor es correspondido pero... 
¡Oh, Dios!, un hermano fugitivo,
odiado y mísero... o quizás muerto, 
hace que en mi corazón luchen 
la alegría y el dolor.

Escena Novena

Recitativo

SULIMA 
Tu corazón esta lleno de piedad
y un extranjero hoy la solicita, 
pide tan sólo hablarte.

ZOBEIDA 
¡Un extranjero!... 
¿Qué solicita de mí?

SULIMA
No me lo ha dicho; 
dijo sólo que es infeliz...

ZOBEIDA
Y eso me basta.
Hazlo pasar pues todos los míseros 
tienen derecho a mi socorro. 

(Sulima sale)

SULIMA 
(Volviendo) 
Aquí llega. 

(Se retira.)

Recitativo

ZOBEIDA 
Ven, infeliz; que esta joya te ayude
a cargar con el peso de tus males.

ALAHOR
La miseria es el mal más llevadero.

(a una cierta distancia)

Yo no acepto regalos.

ZOBEIDA
Nadie te ve. No te avergüences...
Acéptala, toma...

ALAHOR 
La vileza nunca pudo empañar 
mi gloria:
resplandece intacta y pura; 
Pero...¿Y la tuya, Zobeida,

(Se le acerca) 

aún resplandece?

ZOBEIDA 
¿Qué buscas? 
¿Qué significan estas preguntas?

ALAHOR 
Te lo pregunto en nombre de aquel 
que murió por conservarla, 
en nombre de aquel que olvidaste,
en nombre de Mohamed, 
y que esto te baste.

ZOBEIDA 
(Se turba) 
¡Dios mío! ¿Qué dices?

ALAHOR 
¡Mírame, Zobeida!
Ay, ¿puedes reconocerme?

ZOBEIDA 
¡Cielos! Esos rasgos..., 
esa voz...., quizás... 

(Lo va examinando)

ALAHOR 
Di, ¿me reconoces?

ZOBEIDA 
Hablas en nombre 
del difunto Mohamed, de mi padre,
¿acaso eres?...

ALAHOR 
¡Soy tu hermano!
Dúo

De mi antiguo esplendor

(le muestra un puñal)

esto es lo último que me queda... 
Lo verás brillar funesto, tremendo,
pues he vuelvo para 
vengarme o morir.

ZOBEIDA 
¡Venganza!... 
¡Oh Dios! ¿qué quieres?
¡Venganza! 

(Para sí)

¡Ay de mí! ¿Qué escucho? 
¡En sus ojos, en su rostro 
brilla el furor! 
Mi corazón se agita de terror.

(a Alahor)

¡Ah, hermano mío!...

ALAHOR
¡Hermano! ¡No me llames así!

ZOBEIDA 
Dime qué quieres. 

(Para sí)

¡Oh Dios, me hace temblar!

ALAHOR 
Lejos de aquí, de los zegríes,
deberás huir conmigo;
de esa manera serás digna 
de tu padre y de mí.

ZOBEIDA 
¿Huir?...

ALAHOR 
¡Huir! ¿Qué piensas?

ZOBEIDA 
(Para sí)
¡Huir de mi tesoro! 
¡Ay, sólo pensarlo muero! 
¡Sería demasiado cruel!
"Huye", grita mi deber, 
y encamina mis pasos a la fuga...
El poderoso dios del amor
me alienta a quedarme... 
¡Tengo el corazón dividido!

ALAHOR
¡Ah, momento de placer! 
¡Oh, terrible venganza, 
apresura tus pasos, rápido!
¡Ven inflamada de furor 
por ti suspira este corazón!
¡Sígueme!

ZOBEIDA
¡Debería traicionar a Hassem, 
al rey!

ALAHOR 
Es un zegrí, es tu enemigo; 
es un traidor.

ZOBEIDA 
Te engañas; es el amor, 
la gloria de su pueblo. 
Tiene un corazón magnánimo, 
es hijo del honor.

ALAHOR
(con desdén)
¿Pero tú, lo defiendes?...

ZOBEIDA 
Te digo la verdad.

ALAHOR
Zobeida, 
leo en el fondo de tu corazón,

(mirándola fijamente)

tu rubor te descubre. Tú lo amas...

ZOBEIDA
¡Ah, sí! Lo adoro; 
es el ídolo de mi corazón.

ALAHOR 
¡Ah, qué furor!... Pero en vano 
esperarás a tu amado bien.

ZOBEIDA 
Él viene.

(Se oye el estrépito de las
trompetas que anuncian al rey)

ALAHOR
¡A morir viene.!

(camina con el puñal en la mano) 

¡Aquí caerá exánime!

ZOBEIDA
(agitadísima)
Escúchame... ¡Oh, Dios! Detente...

ALAHOR
(resuelto)
¡Jura que huirás conmigo!

ZOBEIDA
(Para sí)
¡Qué nuevo dolor es este!

(A Alahor)

Está bien, huiré.

ALAHOR 
(Para sí)
Suspende el rayo de la 
venganza, oh furor mío, 
que en breve, más terrible 
caerá sobre el traidor; 
¡El brazo vengador 
de sangre Granada inundará!

ZOBEIDA 
(Para sí)
Miles y miles de palpitaciones
tienen oprimido a mi corazón 
en la cabeza se erizan 
mis cabellos por el horror. 
¡No hay estado más cruel 
y más mísero que el mío!

(Alahor se retira hacia el 
fondo detrás de una columnas)

Escena Décima

(Coro de Abencerrajes que
preceden a Hassem)

HOMBRES 
No hubo nunca un amanecer más
hermoso en el cielo.

MUJERES 
Nunca los rayos del sol brillaron
tan refulgentes sobre Granada.

TODOS 
Sobre las tiernas alas del amor, 
viene Himeneo, gozo del corazón,
viene a unir a dos bellas almas.

(Hassem se acerca a Zobeida, que
apenas se sostiene. Alahor junto
con la multitud pero de forma que
pueda ser visto por su hermana)

Concertado

HASSEM
Al más feliz de los mortales
tienes a tus pies, Zobeida.
¡Ah, qué día afortunado! 
¡Qué maravilloso placer! 
Todos mis consejeros
te ha declarado mi esposa.

ALAMAR, ALAHOR 
(Para sí)
¡No puedo frenar mi cólera!

HASSEM 
¡Inclinaos a sus pies; 
ella reina sobre vosotros, 
es la reina de mi corazón!

(Todos se arrodillan ante Zobeida,
que baja la cabeza. Hassem le da
el brazo; Alamar está furioso y
Alahor, el único que permanece 
de pie atónito e indignado)

HASSEM 
¿No me respondes?

ZOBEIDA 
(Para sí)
¡Oh, Dios!

HASSEM
¿A qué esperas? ¡Decídete al fin
y conmigo comparte el trono...

(Zobeida mira a su hermano quien,
por señas, le dicta la respuesta)

ZOBEIDA
Tu esperanza es vana.
Jamás seré tu esposa.

(Todos se levantan sorprendidos)

HASSEM
(Para sí)
¡Una fría mano me oprime el pecho!
¡Un temblor me invade el corazón, 
el estupor me paraliza!

ZOBEIDA
(Para sí)
Mi alma vacila en el pecho;
en mí combaten amor y deber.
¿Quién puede resistir tal dolor?

ALAMAR, ALAHOR
(Para sí)
La alegría invade mi pecho;
¡Mi corazón salta de júbilo!
¡Cómo me alegra su dolor!

LOS OTROS
(Para sí)
El golpe le oprime el corazón;
el estupor lo ha paralizado.

HASSEM
¡Cruel! ¿Ésta es la fidelidad
que me juraste un día?
¿Así correspondes
a la constancia de mi amor?

ZOBEIDA
¡Ay! Calla... ¡Ay! Tú no sabes...
¡Ay! No me hables así...
Quizás más tarde llorarás...
...un día te arrepentirás.

HASSEM
¡Ay! ¡Habla!...

ZOBEIDA
¡Oh, Dios! ¡Apiádate de mi dolor!

HASSEM
Habla...

ZOBEIDA
No debo hablar.

HASSEM 
¡Oh, cruel fatalidad!

ALAMAR, ALAHOR 
(Para sí)
¡Oh, qué felicidad!

LOS OTROS 
(Para sí)
¡Cielos, qué sucederá!

HASSEM, ZOBEIDA 
(Para sí)
¡En un instante, huye,
vuela mi felicidad!
Siento en mi pecho mil afanes,
no me encuentro ni a mí mismo.
¡Mi suerte es desgraciada,
la muerte sería menos cruel!

HASSEM, ZOBEIDA, TODOS
(Para sí)
¡En un instante, huye, 
vuela su felicidad! 
Sienten en el pecho mil afanes, 
ni a ellos mismos se encuentran. 
¡Su suerte es desgraciada, 
la muerte sería menos cruel!
ATTO SECONDO


(Interno dei giardini reali diviso
in vari viali)

Scena Prima

ISMAELE
Ed Alamar non veggo?... 
Ei diemmi avviso 
di qui aspettarlo; indegno! 
Saprò ben io punir la sua baldanza; 
tutto al mio re dirò... Ecco s'avanza.

ALAMAR
Caro Ismaele, io spero
già vicina veder la mia vendetta.
Hassem cadrà fra poco.

ISMAELE
Ma chi tal colpo eseguir dee?

ALAMAR 
Rammenti tu di colui, che solo, 
in più sdegnava l'atto vil d'abbassarsi 
a Zobeida innanzi.

ISMAELE 
Io lo rammento.

ALAMAR 
Tu non scorgevi in esso 
concentrato furor, sdegno racchiuso, 
che tratto tratto scintillar vedeasi 
dagli adirati sguardi.

ISMAELE 
Io ben lo vidi.

ALAMAR 
Il colpo ad eseguir null'altro 
io stimo atto di più, 
tu lo ricerca, il trova; 
e qui mel reca; io poi da solo a solo
saprò il core indagar: 
ma vanne

ISMAELE 
Io volo.

(Partono per strade diverse)

Scena Seconda

CORO Dl  SCHIAVE
Ah no, non piangere! Sul tuo bel viso
richiama il facile vago sorriso.
Con te ridente più bello è il giorno;
con te languente si oscura il dì.
Bella Zobeida tu degli dei,
tu sei degli uomini cura ed amor.
Ma viene il Re. Ei vien per te.
Sulla sua fronte il duolo sta. 
Pietà! Pietà!

ZOBEIDA
(agitata)
Sulima, ei viene; tutti i miei pensieri,
malgrado dei severi divieti di ragione,
fuggono a lui.

Scena Terza

(Hassem si avanza, ad un cenno fa 
ritirare le schiave e Sulima. Zobeida
sta nell'innanzi della scena, piangente)

Recitativo

HASSEM
E che! Tu piangi?
Non temere, ad onta dell'amor che 
mi accende, di, quell'amor che 

(Fra sè)

ahí stolto!

(A Zobeida)

sperai te stessa accesa, io renderommi
di me maggior: ma, lo confessa, un altro
gode quel cor, non è più mio, un rivale...

ZOBEIDA
Rivale!...

HASSEM 
Si, mi svela i giuramenti 
che ti legano a lui, dì...

ZOBEIDA
Giuramenti! 
Ah! Cosa mai tu chiedi?

HASSEM 
(con forzata piacevolezza)
La verità, 
tranquillo io son, lo vedi.

ZOBEIDA 
Ah! Sire, 
il fato pose barriera insormontabile 
fra noi: 
fa duopo ch'io ti fugga.

HASSEM 
(in costernazione) 
Ahimè! Che sento?

ZOBEIDA 
Mi vieta d'esser tara forte legame, 
che non sarà da alcun poter disciolto, 
e mi costringe...

HASSEM
Ah! Taci 

(Fra sè)

Oh! Dio che ascolto

Duetto

ZOBEIDA
Ah! Per te che tanto adoro
dolce amore che non farei;
ma che pena, ma che pena i dover miei
negar tutti, offrirmi a te.

HASSEM
(in aria di rimprovero)
Si t'intendo, si t'intendo!
Affè ti comprendo ch'altro
oggetto infida adori.
Gelosia, gelosia che mi divori,
punirai la spenta fe.

ZOBEIDA 
Ah non mai, non mai.

HASSEM
Lo svela, lo svela alfine.

ZOBEIDA
Lo perdona.

HASSEM
Ma chi è oh mio furore! A me lo addita!

ZOBEIDA
Tel dirò, 

(gli si prostra)

Alahor mio fratello....

HASSEM
Alahor!...

(Rimane attonito e sopreso è
poi agitato dalla gioia) 

Alahor! Alahor!

ZOBEIDA
(dubbiosa) 
Signor che pensi?

HASSEM
(fuor di sè) 
Fui pur stolto, 
oh quanto errai!

ZOBEIDA
Ma signor...

HASSEM 
Tu mia sarai, 
ah Zobeida, tuo sarò.

HASSEM, ZOBEIDA
Ciel pietoso io ti ringrazio! 
Paghi sono i voti miei. 
Il mio ben che perdei 
al mio sen io stringo ancor.

HASSEM
Mia sarai

ZOBEIDA
Ah mio signore. Il mio germano!

ZOBEIDA, HASSEM 
Deh mio ben ti calma e frena, 
non cangiar si bel momento 
di piacere e di contento
in tormento ed in martir.
Mio caro abbracciami, cessar le pene,
mai più mio bene ti lascerò.
Vederti e stringerti a questo petto
maggior diletto per me non v'è.

(S'avviano)

Scena Quarta

Recitativo

ALAMAR
Ismaele co' suoi non giunge ancora, 
e molto e pur che mi lasciaro; a mille
sospetti in preda ondeggia questo core,
ed irrita ogn'indugio il mio furore.

Scena Quinta

ISMAELE
(all'orecchio di Alamar)
Ei viene.

ALAMAR
Seco ora mi lascia. 
Oh gioia!

(Coro ed Ismaele si ritirano. 
Viene Alahor)

ALAHOR
Da me che brami?

ALAMAR 
Io ti scorgea non vile là nella sala 
ove a vergogna nostra 
Hassem la mano presentò a Zobeida; 
io ti scorgeva e m'en compiacqui in core.
Lo sdegno, che s'accese sul tuo volto 
a quest'atto, mi diede indizio certo, 
che tu nemico ad Hassem sei.

ALAHOR
Lo sono. Lo detesto, lo aborro.

ALAMAR 
Servir vuoi dunque all'odio tuo, 
e a quello dell'intera Granata?
Vendicator di tutti, oggi l'uccidi.

ALAHOR 
(con trasporto di furore accenna 
al pugnale) 
Sí questo ferro, ferro 
di tremenda vendetta, 
vil traditore ti giungerò, lo aspetta.

ALAMAR 
Appena sorge in ciel l'oscura notte, 
in questo luogo volgi i passi tuoi. 
Qui mi ritroverai;
e nella regia io stesso ti condurrò. 
Pensa a ferir, 
del resto sarà pensier mio.

ALAHOR 
Qui tu m'attendi, e non temer. 
Addio.

(Si toccano le mani Alahor va via)

Scena Sesta

Recitativo e Aria

ALAMAR
Fidi compagni or meco 
a terribil vendetta v'accingete.
Offeso cor t'accheta; 
berrai fra poco a lunghi sorsi il sangue 
che ultrice destra per la tua vendetta 
accingesi a versar... 
Già ruota il ferro, già vibra 
il colpo atroce 
e l'empio muore... 
Vendicato già sei....... gioisci o core.

Cadrà fra poco il barbaro 
fra cento colpi e cento, 
cadrai si, e al tuo crudel tormento 
quest'alma esulterò.

Invano d'armati e d'armi 
cinto t'en vai d'intorno, 
per te l'estremo giorno 
il mio furore segnò.

Chi sdegna superbo 
d'unirsi al mio sangue 
or vittima esangue al suolo cadrà.

CORO
Del Rege superbo versato sia il sangue
e vittima esangue al suolo cadrà. 

(Partono.)
Scena Settima

(Gran sala, come nel primo atto, 
illuminata in tempo di notte. Sulima)

SULIMA
Infelice Zobeida, amico il fato 
le offriva un serto e lo ricusa. 
Orrenda, torbida angoscia circonda e,
sorda alle voci d'amor, sospira e geme; 
Alto segreto forse mistero 
in lei s'asconde. 
Ah possa il cielo sgombrare 
alfin il cosi fosco velo. 

(Parte)

Recitativo  

ISMAELE 
E qui non è. Dove sarà?
Miei fidi, taciti entrate e inosservati 
il sire qui s'attenda e si scopra 
dell'infame Alamar l'orribil opra. 
Egli già vien. Sire!

Scena Settima (bis)

CORO 
Sire, deh vieni affrettati, 
ridesta il tuo furore: 
d'un vil traditore odi l'infedeltà.

HASSEM
Che dite?

ISMAELE
Hassem ascolta: 
orrenda trama sulla tua vita pende; 
solo da te dipende la giusta tara vendetta.

HASSEM  
E chi può tant'osar?

ISMAELE
L'empio Alamar coi Zegri suoi
congiuram l'empio ardite ministro; 
a tanto oprar scelse Alahorre, 
che qui s'asconde.

HASSEM
Come? Qui Alahor?
Oh cimento!

ISMAELE 
Ah vieni, all'armi!

HASSEM
Ah no ferma!! Scoprire tutt'io vo. 
Sotto mentite spoglie a lui mi mostrerò. 
Voi tutti ascosi a mia difesa, alla vendetta 
mia sorveglierete. 
Ah! sol per te mio bene, 
io mi serbo a tante pene.

(Si ritira.)

Scena Ottava 

Recitativo

ALAMAR
Qui dee passar in breve 
e qui tu statti: ei soro solo: 
il mio Ismael co' Zegri
circonderà il palagio.

ALAHOR 
Solo mi lascia, Vanne!

ALAMAR 
E gemme ed or premio saran dell'opra,
oltre la tua vendetta.

ALAHOR 
Questa mi basta, 
ultra mercè non voglio.

ALAMAR 
Dunque intendesti?

ALAHOR 
Io già ti intesi assai.

ALAMAR 
Ti lascio.

ALAHOR 
Va.

ALAMAR
(Fra sè)
Poscia anche tu morrai.

(Parte)

ALAHOR 
(sta qualche momento in silenzio) 
Vedrò quest'Hassem, 
di cui tanto ammirasi qui la virtude, 
lo vedrò; Zobeida ricusarmi oserà?. 
Se mai l'osasse, tremi.

(Accenna il pugnal, nel volgersi vede
Hassem)

Scena Nona

(Hassem, travestito da soldato 
bencerago, e Alahor)

ALAHOR 
Che cerchi Abencerago??

HASSEM
Figlio di Mohamed, Alahor, no,
non temere, nemico tuo non son.

ALAHOR 
E chi ti disse ch'io mi chiamo Alahor?

HASSEM 
Zobeida il disse.

ALAHOR 
E tu chi sei?

HASSEM 
D'Hassem l'amico io son, 
e m'appello Almanzor.

ALAHOR   
D'Hassem tu amico?
D'un traditor amico??

HASSEM 
A che quell'arme? 

(Il pugnal che gli vede in petto)

A che un pugnal?

ALAHOR
È questo l'unico avanzo 
della mia grandezza: 
l'estinto padre mio, l'assassinato padre, 
alla vendetta mi lasciò.

HASSEM
E trattarlo
qual assassin vuoi tu, per vendicarlo?

ALAHOR 
No; il Re pria veder voglio, 
a lui chieder Zobeida, 
trarla lungi da' Zegri...

HASSEM  
E qual mai fia
d'Hassem la sorte, privo di Zobeida?

(Addolorato) 

Zobeida del suo cor solo desio?
Ei più non la vedrà?

ALAHOR
Eh taci! A lui desio sol favellar..

HASSEM
Favella!! Il Re son io!

(Si scopre)

Duetto 

A te d'innante mira 
l'amante di Zobeida, 
ma ti rammenta, e trema, 
che quest'amante è un Re.

ALAHOR 
Tu il Re! Di già il sapea:
tradito il duol ti avea. 
Amante o Re, non temo; 
rendi Zobeida a me!

HASSEM
Zobeida, il mio tesoro!...

ALAHOR
Rendila.

HASSEM
Ah!! No, l'adoro.

ALAHOR  
All'amor tuo strapparla
saprò con questa mano.

HASSEM 
Ah! No, lo speri invano.

ALAHOR 
Ebben, tu muori. 

(Si scaglia col pugnal.)

HASSEM 
Guardie, guardia. Ola!

(Hassem si ritira indietro, e 
compariscono alcuni Abenceraghi)

HASSEM
Della vendetta il ferro 
pende su i giorni tuoi, 

(fa cenno alle guardie 
di ritirarsi)

ma vivi, e, se lo puoi, 
chiamami traditor.

ALAHOR 
(Fra sè)
Che farò?... Dubbioso è il core... 
I miei giorni ei salvò... 
Ah! perdona o genitor, 
no, ferire io più non so.

HASSEM 
(Fra sè)
Che farà?... Dubbioso è il cor, 
io sperar temer non so:
forse il crudo suo furor 
questo tratto disarmò.

ALAHOR
Io parto.

HASSEM
Attendi.

ALAHOR
Lasciami.

HASSEM
M'odi

ALAHOR 
Che chiedi mai?

HASSEM 
Se degno io son vedrai 
dell'odio e del furor. 

(Fra sè)

L'ultimo colpo affrettisi;
m'aita o dio d'amore! 
Ah! Non tradire la tenera 
speranza del mio core, 
un raggio sol tramandami 
segno del tuo favor.

ALAHOR 
(Fra sè)
Cercando vo nell'anima 
l'antico mio furore; 
ma sento che lo arrestano 
i tratti di quel core: 
vendetta invano gridami 
inulto il genitor.

(Hassem va negli appartamenti di
Zobeida dopo qualche momento 
ritorna con lei)
Scena Decima

Recitativo

HASSEM 
Zobeida il mira; 
egli è Alahor, lo abbraccia!

ZOBEIDA 
Tu qui Alahor?

ALAHOR
Zobeida! Oh mia Zobeida!

(Si abbracciano )

HASSEM 
Tu qui venisti e a forza 
trarla da me volevi. 
Io mi vi opposi. 
Adesso, che nulla puoi tentar, 
che inerme sei, 
io te la cedo, va parti con lei. 
E tu Zobeida, un infelice amore 
scorda se il puoi.

ALAHOR 
(Fra sè)
Tanta virtù mi scuote!

HASSEM
Ma tu piangi, o Zobeida? 

(Fra sè)

In qual cimento amor, virtude, 
mettono quest'alma!

(A Alahor e Zobeida)

Siate felici. 

(Fra sè)

Io non resisto.

(A Alahor e Zobeida)

Addio 

(Fa per partire.)

ALAHOR 
T'arresta... 

(Fra sè)

A tanto amore, 
a virtù si sublime anche tu stesso 
cederesti, o padre. 

(A Zobeida e Hassem)

Ecco vi unisco; 
stringetevi frattanto ambo al mio sen.

HASSEM 
Oh sposa! O me felice appieno!

ZOBEIDA 
Oh sposo! O me felice appieno!

CORO 
(da dentro) 
All'arme! All'arme!

TUTTI 
Quai fieri accenti. 

CORO
(Da dentro) 
All'arme! All'arme!

TUTTI 
Che mai sarà?

Scena Undicesima

ISMAELE
Signore, 
i Zegri, che ti credon spento,
qui si avanzan seguendo 
il lor duce Alamar.

HASSEM
Volo a punirli...

ALAHOR
Ferma! E siedi sul trono. 
Il braccio miofarà di te vendetta. 
A me la cura lascia dei giorni tuoi, 
se i miei serbasti.

(Tutti si ritirano, Zobeida e 
Hassem vanno sul trono, e 
resta calata la tenda)

Scena Dodicesima

ALAMAR 
Ebben cadde il tiranno?

ALAHOR 
Per questa mano 
con Zobeida insieme.

ALAMAR 
Oh gioia! E dove sono?

ALAHOR 
(si alza la tenda) 
Mirali.

ALAMAR
Oh tradimento!

(Nel vedere Hassem e Zobeida tenta 
avventarsi su Alahor, ma questi lo
sorprende)

HASSEM 
All'armi, all'armi!

(Accorrono per tutto soldati
con faci accese)

ALAHOR 
(ad Alamar) 
Riconosci l'eroe che tu volevi 
far vittima al tuo orgoglio. 
Inchinati, o ti uccido al piè del soglio.

HASSEM 
Arrestati, che fai? 
Giorno di gioia 
e non di sangue è questo. 

(Discende dal trono con Zobeida) 

Per ora a ceppi solo 
Alamar sia serbato insiem coi suoi.

(Alamar va via tra le guardie)

ZOBEIDA 
Quanto ti debbo, o cielo! 
In questo giorno 
tu il fratel mi ridoni e il caro sposo. 
Or ch'entrambi vi stringo a questo seno, 
altro non bramo, 
io son felice appieno.

Rondò Finale

Confusa è l'alma mia, 
e quanto ascolta e mira,
crede che un sogno sia, 
che s'abbia a dileguar. 
Sposo, fratello, amici, 
deh! per pietà parlate...

TUTTI 
Ti affida, son cessate 
l'ore del sospirar.

ZOBEIDA 
Non intende il mio contento 
chi non vide il mio tormento: 
sol perfetto è quel diletto 
che il dolore preparò

TUTTI 
Sol perfetto è quel diletto
che il dolore preparò.

FINE DELL'OPERA
ACTO SEGUNDO


(Interior de los jardines reales,
divididos en varios senderos)

Escena Primera

ISMAEL 
No veo a Alamar... 
Me mandó aviso 
de que aquí lo esperara. ¡Indigno!
Yo sabré castigar su soberbia; 
todo se lo diré al rey... Aquí llega.

ALAMAR 
Querido Ismael, espero 
ver próxima mi venganza. 
Hassem caerá dentro de poco.

ISMAEL
¿Y quién ejecutará el golpe?

ALAMAR
¿Recuerdas aquel que, solo, en pie,
rechazaba el vil acto de 
inclinarse ante Zobeida?

ISMAEL 
Lo recuerdo.

ALAMAR
¿No observaste en él un gran furor,
un profundo desdén 
que a veces se veía destellar 
en sus ardientes ojos?

ISMAEL 
Sí, lo vi.

ALAMAR 
Creo que nadie será más adecuado 
para ejecutar el golpe; 
búscalo, encuéntralo y tráemelo;
luego, a solas con él, 
escudriñaré en su corazón. 
Ahora ¡márchate!

ISMAEL 
Obedezco.

(Salen por caminos distintos)

Escena Segunda

ESCLAVAS 
¡Ah, no, no llores! Que en tu bello 
rostro despierte la hermosa sonrisa, 
el día es más bello si sonríes 
y se oscurece si triste estás.
Hermosa Zobeida, los dioses 
y los hombres te aman. 
Pero llega el rey. Viene a por ti. 
En su frente se descubre el dolor.
¡Ten piedad!

ZOBEIDA 
(agitada) 
Sulima, viene; 
a pesar de lo que me dicta la razón, 
no puedo dejar de pensar en él.

Escena Tercera

(Hassem entra y, con un gesto,
manda salir a todas. Zobeida
permanece, llorosa)

Recitativo

HASSEM 
¿Qué te ocurre? ¿Lloras? 
No temas el despecho de mi amor,
de ese amor que... 

(Para sí)

¡Ay, necio! 

(A Zobeida)

creía que tú también compartías.
Sabré sobreponerme... confiésalo:
otro posee tu corazón... un rival...

ZOBEIDA
¡Un rival!.....

HASSEM 
¡Sí, revélame los juramentos 
que te unen a él, dime!...

ZOBEIDA 
¡Juramentos! 
¡Ah! ¿Qué estás diciendo?

HASSEM 
(con tono forzado) 
La verdad. 
ya ves que estoy tranquilo.

ZOBEIDA
¡Ah, señor!
El destino ha levantado un muro
infranqueable entre nosotros.
¡Es necesario que huya de ti!

HASSEM 
(con tristeza) 
¡Ay de mí! ¿Qué oigo?

ZOBEIDA 
Un fuerte lazo me impide ser tuya
que ningún poder podrá desatar 
y que me obliga...

HASSEM
¡Ah, calla!... 

(Para sí)

Oh, Dios! ¿Qué escucho?

Dúo

ZOBEIDA 
Todo lo daría por ti, 
dulce amor mío.
Pero qué poco valdría si renunciara
a mis deberes y me ofreciera a ti.

HASSEM 
(Con aire de reprobación) 
¡Sí, te entiendo, te entiendo!
Ahora comprendo que 
otro es el objeto al que adoras. 
¡Celos que me devoráis, 
castigad mi fe perdida!

ZOBEIDA 
¡Ah, no jamás! ¡Jamás!

HASSEM 
¡Dímelo, revélamelo de una vez!

ZOBEIDA 
¡Perdónalo!

HASSEM
¡Oh, furor! ¿Quién es? ¡Dímelo!

ZOBEIDA
¡Te lo diré! 

(Se arrodilla)

Alahor, mi hermano...

HASSEM 
¡Alahor!

(Primero atónito, luego 
lleno de alegría) 

¡Alahor! ¡Alahor!

ZOBEIDA
(dubitativa)
¿Señor, en qué piensas?

HASSEM  
(fuera de sí)
¡Qué necio fui, 
oh, cómo me equivoqué!

ZOBEIDA
Pero señor...

HASSEM  
¡Ah, Zobeida, tú serás mía, 
y yo tuyo seré!

ZOBEIDA, HASSEM 
¡Al cielo piadoso doy las gracias!
Mis deseos se han cumplido. 
Al bien que perdí 
vuelvo a abrazarlo contra mi pecho 

HASSEM 
Serás mía.

ZOBEIDA 
¡Ah, mi señor! ¡Mi hermano!...

ZOBEIDA, HASSEM 
Espera, ten calma, mi bien, 
no cambiemos este momento 
de placer y alegría
en tormento y martirio.
Amor mío abrázame, no más penas.
¡Ya nunca te dejaré! 
¡No hay mayor placer que poder
estrecharte contra mi pecho!

(salen)

Escena Cuarta

Recitativo

ALAMAR
Ismael aún no viene con los suyos, 
hace tiempo que me dejaron...
Mil dudas anidan en mi corazón,
y cada vez es mayor mi furor.

Escena Quinta

ISMAEL
(Al oído de Alamar) 
Ya viene.

ALAMAR
Déjame a solas con él. 
¡Oh, alegría!

(El coro e Ismael se retiran. 
Llega Alahor)

ALAHOR 
¿Qué quieres de mí?

ALAMAR
No te humillaste en la sala donde, 
para vergüenza nuestra, 
Hassem ofreció su mano a Zobeida.
Te observé y mi corazón se alegró.
El desdén se podía leer en tu rostro
y eso me hizo estar seguro 
de que eras enemigo de Hassem.

ALAHOR
Lo soy. Lo detesto, lo aborrezco.

ALAMAR
¿Quieres satisfacer tu odio 
y el de toda Granada? 
¡Vénganos a todos! ¡Mátalo!

ALAHOR 
(lleno de cólera señala 
su puñal) 
Sí, éste es el puñal 
de la gran venganza, 
que alcanzará al traidor. ¡Así sea!

ALAMAR 
Apenas oscurezca, 
dirige tus pasos a este lugar. 
Aquí me encontrarás de nuevo,
para conducirte al palacio. 
Tú encárgate de matar, 
del resto me ocuparé yo.

ALAHOR 
¡Espérame aquí, no temas!
¡Adiós!

(Se dan la mano. Alahor sale.)

Escena Sexta

Recitativo y Aria.

ALAMAR 
¡Fieles compañeros, llegó la hora 
de la terrible venganza!
Ten paciencia, corazón mío, pronto
beberás a tragos la sangre que, 
para tu venganza, mi mano
vengadora se dispone a derramar...
¡Ya se alza el acero, 
ya vibra el golpe fatal 
y el impío muere...! 
¡Ríe corazón... estas vengado!

Pronto caerá el bárbaro, 
entre cientos de golpes; 
caerá y con su cruel tormento 
mi alma gozará.

En vano te proteges
y te rodeas de hombres armados 
pues tu último día 
ya mi cólera señaló.

Aquel que, soberbio,
despreció unirse a mi sangre,
pronto al suelo como víctima caerá.

CORO
Viértase la sangre del rey soberbio
pronto al suelo como víctima caerá.

(Salen)
Escena Séptima

(Gran sala iluminada igual que 
 en el primer acto. Es de noche)

SULIMA
Pobre Zobeida, la suerte favorable
le ofrecía una corona que rechazó.
Es presa de una horrible angustia;
sorda a las palabras de amor, 
suspira y gime.
Un arcano misterio ella esconde.
¡Ah, ojalá pueda el cielo
descorrer un velo tan oscuro!

(Sale)

Recitativo

ISMAEL
No está aquí. ¿Dónde estará?
Mis leales, entrad y escondidos,
aguardemos al señor.
Descubriremos al infame Alamar. 
Ya viene... ¡ Señor!

Escena Séptima (bis)

CORO
¡Señor! ¡Ay, ven, date prisa, 
da rienda suelta a tu furor!
¡Conoce la perfidia de un traidor!

HASSEM   
¿Qué decís?

ISMAEL   
Escucha Hassem, una terrible
conjura amenaza tu vida: sólo 
de ti depende la justa venganza.

HASSEM 
¿Quién puede ser tan osado?

ISMAEL 
¡El impío Alamar y sus zegríes!
El infiel ministro escogió a Alahor,
que aquí se oculta,
para llevar a cabo su traición.

HASSEM 
¿Cómo? ¿Alahor aquí? 
¡Oh, qué momento!

ISMAEL
¡Ah, ven! ¡Toma tus armas!

HASSEM 
¡Ah, no, espera! ¡Yo lo descubriré!
Me disfrazaré para la ocasión.
Vosotros ocultos, me protegeréis
y vigilaréis mi venganza .
¡Ah, amor mío, sólo por ti
me someto a tantas penas!

(Se retira )

Escena Octava

Recitativo

ALAMAR
Por aquí pronto pasará. 
Aguárdalo aquí: estará solo.
Ismael y los zegríes 
rodearán el palacio.

ALAHOR 
¡Déjame! ¡Vete!

ALAMAR 
Oro y piedras preciosas 
serán el premio de tu venganza.

ALAHOR 
Ésta me basta, 
no quiero más recompensa.

ALAMAR 
¿Has comprendido bien todo?

ALAHOR
Lo he comprendido perfectamente.

ALAMAR 
Te dejo.

ALAHOR 
¡Vete!

ALAMAR 
(Para sí)
Luego, tú morirás también...

(Sale )

ALAHOR
(tras un momento de silencio)
Veré a Hassem, cuya virtud
todos admiran, lo veré...
¿Osará Zobeida rechazarme?
¡Que tiemble si así lo hace!

(mira su puñal; al volverse ve 
 a Hassem.)

Escena Novena

(Hassem disfrazado de soldado 
abencerraje)

ALAHOR
¿Qué buscas, abencerraje?

HASSEM 
No temas Alahor hijo de Mohamed,
no soy enemigo tuyo.

ALAHOR 
¿Cómo sabes que me llamo Alahor?

HASSEM
Zobeida me lo dijo.

ALAHOR 
¿Y tú quién eres?

HASSEM 
Soy amigo de Hassem
y me llamo Almanzor.

ALAHOR
¿Tú amigo de Hassem? 
¿Amigo de un traidor?

HASSEM 
¿Para qué ese arma? 

(Por el puñal que lleva) 

¿Para qué ese puñal?

ALAHOR 
Esto es lo único que me queda
de mi grandeza.
Mi difunto padre asesinado, 
me lo legó para la venganza.

HASSEM 
¿Y para vengarlo, quieres
convertirte en un  asesino?

ALAHOR
No; primero quiero ver al rey 
para pedirle a Zobeida
y llevarla lejos de los zegríes...

HASSEM
¿Y cual será la suerte de Hassem
privado de Zobeida?

(Dolorido)

Zobeida es el deseo de su corazón.
Y...¿nunca más la verá?

ALAHOR
¡Calla, sólo quiero hablar con él!

HASSEM 
¡Habla! ¡Yo soy el rey! 

(Se despoja del disfraz)

Dúo 

Ante ti está
el amante de Zobeida 
pero recuerda, y tiembla, 
que este amante es un rey.

ALAHOR
¡Tú el rey!... Ya lo suponía
pues el dolor te descubrió. 
Amante o rey, no te temo. 
Devuélveme a Zobeida.

HASSEM  
¡Zobeida, mi tesoro!...

ALAHOR
Devuélvela.

HASSEM
¡Ah, no! ¡La adoro!

ALAHOR
Yo sabré arrancarla de tu amor
con esta mano.

HASSEM
¡Ah. no! ¡Lo intentarás en vano!

ALAHOR
Pues bien entonces, ¡muere!

(Se lanza sobre él con el puñal)

HASSEM 
¡Guardias! ¡A mí la guardia!

(Hassem retrocede. Aparecen
 algunos abencerrajes)

HASSEM
¡La espada de la venganza
pende hoy sobre ti!...

(hace una señal a las guardias 
 para que se retiren)

...mas vive y si puedes, 
¡llámame traidor!

ALAHOR
(Para sí)
¿Qué hacer?...mi corazón duda...
Me ha salvado la vida...
¡Ah, perdona padre!
¡No puedo matarlo!

HASSEM 
(Para sí)
¿Qué hará?... mi corazón duda...
¿Esperar, temer? no sé...
Quizá esta acción haya desarmado
su despiadado furor

ALAHOR 
¡Me voy!

HASSEM 
¡Espera!

ALAHOR 
¡Déjame!

HASSEM 
¿Me odias?

ALAHOR 
¿Por qué lo preguntas?

HASSEM 
Ahora comprobarás si merezco 
tu odio y furor.
 
(Para sí)

¡Que pronto llegue el último golpe!
¡Ayúdame, oh dios del amor! 
¡Ah, no traiciones la tierna 
esperanza de mi corazón, 
mándame un rayo de sol 
como signo de tu favor!

ALAHOR 
(Para sí)
En mi alma ha desaparecido
mi antiguo furor; 
percibo que la bondad 
de ese corazón lo aplaca. 
En vano la sombra de mi padre 
me grita venganza.

(Hassem va a las estancias 
de Zobeida y después regresa
con ella)
Escena Décima

Recitativo

HASSEM
Míralo, Zobeida 
¡Es Alahor, abrázalo!

ZOBEIDA 
¿Tú aquí, Alahor?

ALAHOR 
¡Zobeida! ¡Oh mi Zobeida! 

(Se abrazan)

HASSEM 
Viniste y quisiste 
arrebatármela a la fuerza. 
Yo me opuse. 
Ya que ahora nada puedes intentar,
que estás desarmado, yo te la cedo. 
¡Vete con ella! 
Y tú, Zobeida, olvida si puedes, 
un amor desgraciado.

ALAHOR
(Para sí)
¡Tanta virtud me conmueve!

HASSEM
¿Pero estás llorando, Zobeida?

(Para sí)

¡Qué pruebas de amor y virtud 
someten a este alma! 

(A Alahor y Zobeida)

¡Sed felices!

(Para sí)

No puedo más.

(A Alahor y Zobeida)

¡Adiós!

(Va a salir)

ALAHOR 
¡Detente!...

(Para sí)

Ante tanto amor y virtud tan pura,
tú también hubieras cedido, 
oh padre.

(A Zobeida y Hassem)

Yo os bendigo, 
¡abrazaos a mi pecho!

HASSEM
¡Oh, esposa! ¡Qué feliz soy!

ZOBEIDA 
¡Oh, esposo! ¡Qué feliz soy!

CORO
(desde dentro) 
¡Alarma, alarma!

TODOS 
¿Qué son esos gritos de alarma?

CORO
(desde dentro) 
¡Alarma, alarma!

TODOS
¿Qué sucede?

Escena Undécima

ISMAEL
¡Señor, 
los zegríes te creían muerto,
y ahora avanzan siguiendo 
a su jefe Alamar!

HASSEM
¡Corro a castigarlos!...

ALAHOR 
¡Detente! Siéntate en el trono. 
Mi brazo te vengará. 
Déjame proteger tu vida 
puesto que la mía perdonaste.

(Todos se retiran, Zobeida y
Hassem se sientan sobre el 
trono, la cortina cae)

Escena Duodécima

ALAMAR 
¿Cayó ya el tirano?

ALAHOR
Por esta mano...
y Zobeida junto con él.

ALAMAR
¡Oh, felicidad! ¿Y dónde están?

ALAHOR 
(Se alza la cortina) 
¡Míralos!

ALAMAR 
¡Oh, traición!

(Al ver a Hassem y a Zobeida
intenta lanzarse contra Alahor,
pero este lo sorprende)

HASSEM
¡Alarma, alarma!

(De todas partes acuden soldados 
con antorchas)

ALAHOR
(a Alamar)
¡Rinde pleitesía al héroe que
querías hacer víctima de tu orgullo!
¡Inclínate o te mato al pie del trono!

HASSEM
¿Qué estás haciendo? 
Hoy es un día de júbilo 
y no de sangre....

(Baja del trono con Zobeida)

¡Que les sean puestos cepos 
a Alamar y a los suyos!

(Alamar sale entre los guardias.)

ZOBEIDA
¡Oh cielo, cuanto te debo! 
En este día en que me devuelves 
a mi hermano y a mi amado esposo. 
Ahora que puedo estrecharlos 
en mi pecho, no deseo nada más.
¡Soy totalmente feliz!

Rondó final

Mi alma está confusa 
y todo lo que escucha y ve 
no parece más que un sueño
que se ha de desvanecer.... 
¡Esposo, hermano, amigos: 
hablad, por piedad!

TODOS
Ten confianza, se acabaron 
las horas de las lamentaciones.

ZOBEIDA 
Quien no vio mi tormento 
no comprende mi alegría; 
sólo es perfecto el deleite 
que el dolor preparó.

TODOS 
Sólo es perfecto el deleite 
que el dolor preparó.

FIN DE LA ÓPERA